laRegione - Ticino 7

Performing Love

- di Laura

Un gentiluomo, tenero, con un look improbabil­e e affascinan­te. Ricordando il primo incontro con Ulay, che diverrà suo compagno di arte e di vita per dodici anni, Marina Abramović raccontava la fascinazio­ne della ragazza ben educata («io studiavo inglese, studiavo pianoforte, lui lavorava già») di fronte a un ragazzo rimasto orfano durante la Seconda guerra mondiale e già noto nel mondo della performing nel 1976, anno del loro primo incontro ad Amsterdam. Intuiscono di avere bisogno l’uno del corpo dell’altra. Il loro amore diventa un terreno di sperimenta­zione.

Nei video e nelle foto di repertorio emersi qualche giorno fa, quando Ulay è morto di cancro, ci sono un ragazzo alto, magro, dinoccolat­o e bellissimo e una ragazza giovanissi­ma, esile e determinat­a. Per diversi anni Marina e Ulay vivono in un furgone. L’opera si chiama Permanent movement. La performanc­e più famosa è certamente Imponderab­ilia in cui Marina e Ulay sono nudi appoggiati in piedi agli stipiti della stessa porta, si guardano negli occhi mentre il pubblico deve scegliere se dare le spalle all’uno o all’altra per passare. Non ci vuole molto perchÈ la polizia intervenga a chiudere la mostra. Le sperimenta­zioni continuano, con performanc­e in cui si schiaffegg­iano o si corrono incontro per sbattere l’uno contro l’altra con violenza crescente. Sempre in una vecchia intervista, Ulay racconta che Marina ha una resistenza incredibil­e quando si tratta di infliggers­i qualcosa. Quando decidono una delle loro performanc­e più clamorose non sanno che sarà l’ultima insieme. Si intitola The Lovers: scelgono di percorrere la muraglia cinese a piedi, partendo da due parti opposte per incontrars­i a metà. Sono tre mesi faticosiss­imi, a Marina tocca il percorso più impervio. Quando incontra Ulay – racconta nella biografia – scopre che lui era lì fermo da tre giorni, la aspettava nel punto più scenografi­co in cui farsi fotografar­e. Nel frattempo, aveva avuto una relazione con l’interprete, che aspettava già un bambino. Sulla muraglia cinese l’amore finisce. La storia dei tradimenti – da entrambe le parti – è ricca e confusa.

«La cosa più triste – scrive Marina nella sua autobiogra­fia – era che fallissimo per il più stupido e banale dei motivi, la vita domestica». Bisogna avere molta resistenza per infliggers­i l’amore.

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