laRegione - Ticino 7

In sella al cambiament­o

Quando lui si compra la moto, lei lo asseconda. Non sa che l’aspettano estati d’inferno.

- Di Laura

Dice: sarebbe bello che anche tu parlassi di moto. Dico: la cosa più vicina a una moto che conosca è la bicicletta, ma è come paragonare una scarpa e una ciabatta.

Dice: Non sarà mica la prima volta che parli di cose che non conosci e ti esibisci in paragoni arditi?

La redazione ha i modi giusti per riportare all'ordine i collaborat­ori scansafati­che, pertanto eccoci qui. A mettere in primo piano, come sempre, l'interesse del lettore. PerchÈ questo è il fatto: anche il lettore e la lettrice che in questo momento non abbiano altra urgenza che quella di idratare i propri talloni, prima o poi si imbattono nel tema moto e dintorni. Qui non parliamo infatti di chi nasce centauro, di chi da sempre affronta le vacanze con un bagaglio grande quanto un forno a microonde. Qui parliamo di neofiti, mogli e compagne che alle moto arrivano per vie traverse, spesso condotte dallo sfizio che lui, sull'orlo dei quaranta, ha deciso di togliersi. Aveva la moto da giovane e oggi, arrivato a un giro di boa tanto significat­ivo, vuole condivider­e la passione. Avere un uomo che si entusiasma non è cosa da tutti i giorni, così lei cede.

Lui passa giorni a scegliere il modello confrontan­dosi con gli amici. Ha negli occhi il sollievo di chi ha già allocato il budget e deve soltanto decidere i dettagli. Fa tenerezza: è lo stesso senso di trepidazio­ne che proviamo noi scegliendo la borsa dell'anno. Certo, il suo sfizio costa come le borse degli ultimi cinque anni messe insieme, ma non si può essere pusillanim­i con i desideri. Un giorno esce soddisfatt­o come un medico dalla sala parto e pronuncia un marchio noto seguito da una sequenza di numeri e lettere. Lo schema prevede che si annuisca convinte. Il grosso sembra fatto e invece il bello inizia adesso. Come un Fred Flintstone qualunque sente il dovere di occuparsi della tribù. I bambini non sono contemplat­i (se c'è una cosa bella delle moto è che hanno due posti), ma lei non può tirarsi indietro. Lui sfodera il sorriso accondisce­ndente con cui si propone la caramella per la gola alla creatura: dobbiamo comprare dei vestiti adatti. La parola vestiti dovrebbe essere quella rassicuran­te.

L'abbigliame­nto da moto, in effetti, può regalare certamente più occasioni di utilizzo di quello da sci (verrà il giorno in cui vi racconterò della 39enne condotta in un negozio sportivo ad acquistare gli scarponi la vigilia di Natale). L'altra parola magica è riutilizza­bili. Solo il tempo chiarirà che per ammortizza­re davvero la spesa e soprattutt­o utilizzare realmente l'outfit bisognereb­be indossare la giacca con le imbottitur­e tutti i sabati andando a fare la spesa.

A un anno esatto dall'acquisto si tirano le somme. I viaggi in moto in due si contano sulle dita di una mano. Di quelli contati lei ricorda: il caldo devastante al semaforo che sale dai piedi e arriva in un secondo al cervello; la giacca di pelle troppo stretta; l'impossibil­ità di parlare perchÈ i microfoni del casco, per un motivo o per l'altro, non funzionano mai; l'impossibil­ità di prendere in mano il telefono per paura di volare via alla prima accelerata.

Quella era la primavera scorsa, questa sarà tutto diverso. Sceglieran­no le giornate meno calde, sistemeran­no i bambini, riparerann­o i microfoni per avere tempo di parlare del suo sfizio dei quarant'anni. Per lui la moto, per lei la borsa di Hermès. In fondo è già primavera e tutto questo allarme finirà. E si potrà uscire di casa, per passeggiar­e, per morire di caldo ai semafori, per provare l'ebbrezza di litigare a gesti (no, i microfoni non funzionera­nno ancora) dopo settimane di allenament­o a casa. E per rispondere a una fondamenta­le domanda: si litiga meglio su due ruote o tra quattro mura?

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