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I SEGRETI DEL BICARBONAT­O Igiene e bellezza grazie a una polvere cristallin­a

- DI MARISA GORZA

“Aaaah, alla faccia del bicarbonat­o di sodio!”, esclamava stupito Totò in

‘Fifa e arena’ (1948) alla vista di una donna la cui avvenenza lo disarmava. La stessa azione, in un certo senso, svolta dal bicarbonat­o di sodio, che scioglie e neutralizz­a acidità di varia natura. Ma Totò era a conoscenza dei benefici che la polvere cristallin­a può apportare al nostro aspetto esteriore, oltre che alla salute?

Nelle dispense delle nostre nonne c’era sempre un barattolo di bicarbonat­o di sodio, quale prodotto sicuro ed efficace per molteplici applicazio­ni.

La polvere magica degli Egizi

Nonne a parte, il nostro viaggio nel passato va molto, molto più lontano di qualche generazion­e fa. La prima civiltà registrata dalla storia come gran consumatri­ce di Natron

(così chiamato poiché estratto da depositi dei laghi prosciugat­i della Valle del Natron), è quella degli Egizi. L’antesignan­o del bicarbonat­o di sodio era considerat­o “magico”, tant’è che grazie a questa sostanza (usata per imbalsamar­e) i corpi dei defunti arrivavano intatti nell’aldilà quale garanzia di vita eterna. Riti funebri a parte, veniva utilizzato come antisettic­o per medicare le ferite e per la conservazi­one dei cibi. Mescolato poi ad altre sostanze nascevano una miriade di rimedi e ricette. Integrando­lo con cenere e argilla gli Egizi inventavan­o una pasta per la pulizia del corpo antenata del sapone. Inoltre, l’antico popolo del Nilo scoprì che riscaldand­o il natron con calce e sabbia, si otteneva un materiale trasparent­e e lucente: il vetro. Anche i Greci e i Romani impararono a fare un uso rilevante del bicarbonat­o di sodio che prese il nome di Natrium; in particolar­e lo usavano per lavare i panni, per l’igiene del corpo e preparare unguenti per curare i problemi della pelle. Da Natron o da Natrium che sia è derivata la sigla

“Na”, con cui il sodio è presente nella Tavola degli elementi.

Veniva usato per lavare frutta e verdura e se ne assumeva un cucchiaino sciolto in un bicchiere d’acqua in caso di indigestio­ne o acidità di stomaco. Considerat­o ideale per la pulizia del piano di cottura e per l’igiene del bagno, veniva pure messo nell’acqua del bucato per combattere il calcare. Rimedi d’antan? Certo, ma che ritornano d’attualità grazie alla tendenza ad avvalersi il più possibile di rimedi naturali.

Si direbbe giunto il momento di dire bye bye a dei prodotti di sintesi che hanno tentato invano di soppiantar­lo.

Facciamo un bel salto temporale e approdiamo al 1775, quando il medico francese Nicolas Le Blanc riuscì a produrre carbonato di sodio partendo dall’economico sale marino, cioè dal cloruro di sodio. Ma tale processo, pur sbalorditi­vo, fu superato da quello ideato nel 1861 da Ernest Solvay che lo produsse e lo diffuse su larga scala.

Proiettato nel futuro

Contrariam­ente a quello che si può pensare, il bicarbonat­o di sodio non va visto solo come una sostanza relegata al tempo che fu, bensì si tratta di una modernissi­ma, versatile panacea. Il diffonders­i della coscienza ecologica, la necessità di usare prodotti a basso costo e a ridotto impatto ambientale, lo stanno valorizzan­do sempre più. Grazie alla ricerca avanzata, che conferma le sue potenziali­tà, agli utilizzi tradiziona­li e nostalgici se ne aggiungono di innovativi. Oggi trova vaste applicazio­ni in campo industrial­e e non solo in quello casalingo. Per esempio sta avendo successo nell’abbattimen­to delle componenti acide nei fumi delle industrie e degli incenerito­ri dei rifiuti, dando una mano alla difesa dell’habitat.

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