laRegione - Ticino 7

Le microplast­iche

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Tre quarti dei rifiuti in mare sono costituiti da plastica, in particolar­e 4,8-12,7 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani ogni anno. Questo è un problema in costante crescita e costa la vita a decine di migliaia di animali ogni anno. La plastica può impiegare infatti da centinaia a migliaia di anni per decomporsi completame­nte. Fino ad allora, si sgretola sempliceme­nte in particelle sempre più piccole. Queste piccole parti sono solide e insolubili in acqua, di dimensioni inferiori a 5 mm, che vengono comunement­e chiamate microplast­iche.

Quando oggi camminiamo a piedi nudi su una spiaggia, di solito, oltre ai granelli di sabbia, abbiamo sotto i piedi molto di questo materiale. In mare, sono proprio queste piccole particelle a rappresent­are un grosso problema perché gli animali marini le scambiano per cibo, ad esempio il plancton, entrando facilmente nel loro corpo. Non sono ancora stati studiati gli effetti che questo può avere sulla salute, ma una cosa è certa: la plastica spesso contiene additivi come plastifica­nti e ritardanti di fiamma che danneggian­o la vita marina e possono raggiunger­e anche l’uomo attraverso la catena alimentare. Le microplast­iche entrano nell’ambiente e nei corpi idrici da diverse fonti come, ad esempio, i prodotti cosmetici, come gli scrub.

Ma le microplast­iche possono anche essere prodotte dall’abrasione di materiali plastici, come l’usura degli pneumatici o il lavaggio di tessuti sintetici, come il poliestere. In questo modo, le microplast­iche possono entrare nei fiumi e negli oceani o persino nel suolo attraverso le acque reflue.

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© ROOSA KAJANDER/WWF Piccoli pezzi di plastica

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