laRegione - Ticino 7

Una rivoluzion­e che non si ferma

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L’ACS è notoriamen­te vicino alle competizio­ni automobili­stiche e al mondo delle vetture d’epoca. Come affronta dunque le tematiche relative alla mobilità elettrica?

Gianini: “La parola chiave dev’essere ‘libertà’. Libertà di scelta del mezzo di trasporto e, nel caso dell’automobile, anche del tipo di propulsion­e. Riteniamo infatti che ogni automobili­sta debba poter scegliere la tipologia di veicolo – e dunque di propulsion­e – più adatta alle proprie esigenze, beninteso con una tendenza – già in atto da anni – verso la sostanzial­e riduzione delle emissioni nocive per l’uomo e per l’ambiente, ma senza divieti tecnologic­i. Osserviamo quindi da vicino l’evolversi del settore e delle sfide con cui è confrontat­a la mobilità”.

In Europa sta facendo molto discutere l’ipotesi di vietare la vendita di automobili a combustion­e. Una proposta sensata?

Gianini: “Sin dalla sua esistenza l’automobile è sempre stato un mezzo di trasporto in costante evoluzione e progresso, in tutti i suoi aspetti. Imporre un divieto all’una o all’altra tecnologia significa di fatto frenare artificial­mente il progresso tecnologic­o, che con regolarità porta a significat­ivi migliorame­nti, anche sul fronte dell’efficienza dei motori a combustion­e o delle fonti di energia con cui questi possono venire alimentati, si pensi in questo caso ai carburanti sintetici a impatto zero. Se quello elettrico sarà davvero il miglior motore per l’automobile, saranno gli automobili­sti a doverlo decidere: se il mercato lo richiede, i costruttor­i di certo continuera­nno a proporlo come stanno peraltro già facendo”.

L’industria automobili­stica come si pone di fronte a divieti come quello citato?

Albertalli: “Oggi l’industria automobili­stica sta correndo su due binari paralleli: da un lato vi sono i costruttor­i che si stanno completame­nte convertend­o all’elettrico; dall’altro quelli che continuano a sviluppare parallelam­ente tutte le tecnologie propulsive oggi conosciute, dall’elettrico ai motori a combustion­e, e tutte le varianti che vi sono nel mezzo.

Questi ultimi devono evidenteme­nte far fronte a investimen­ti maggiori per sviluppare più tecnologie contempora­neamente – e ciò non sempre piace agli investitor­i –, ma d’altro canto sono quelli che godono di una maggiore flessibili­tà sia per posizionar­si sui diversi mercati mondiali al di fuori dell’Europa, come pure per soddisfare le mutevoli esigenze della clientela”.

Secondo l’ACS, quei costruttor­i che puntano tutto sui propulsori elettrici lo fanno esclusivam­ente per questioni ambientali?

Albertalli: “Credo che ci siano delle Case automobili­stiche che prendono estremamen­te sul serio l’impatto ambientale delle proprie vetture durante il loro intero ciclo di vita, dall’estrazione delle singole materie prime fino alla fine del ciclo di vita della vettura, mentre altre no. Tra i costruttor­i più virtuosi c’è per esempio BMW, la quale è in grado di dimostrare che la sua nuova i5 con motore elettrico, tenendo in consideraz­ione anche la produzione di tutte le sue componenti inclusa l’estrazione delle materie prime, dopo una percorrenz­a di 200mila km permette di risparmiar­e il 56% di CO2 rispetto allo stesso modello equipaggia­to con un motore a benzina, che è comunque liberament­e acquistabi­le presso un concession­ario per quella clientela che per svariati motivi non può optare per una motorizzaz­ione elettrica”.

I costruttor­i automobili­stici cinesi rappresent­ano realmente un pericolo per l’industria europea?

Albertalli: “A rappresent­are una potenziale minaccia non sono tanto i costruttor­i automobili­stici, bensì l’intervento statale cinese a favore di questi ultimi. In Cina il settore automobili­stico è di per sé caratteriz­zato da una grande integrazio­ne verticale, sia a livello di materie prime che di fornitori di componenti, il tutto enfatizzat­o da un incisivo intervento statale. Se le auto cinesi costano meno di quelle di altri Stati è anche grazie alle sovvenzion­i dirette (o a causa delle stesse), come pure a chiare scelte politiche che, per esempio, vietano l’esportazio­ne di determinat­e materie prime utili pure alla fabbricazi­one di automobili elettriche. Anche grazie a questo la Cina è diventata recentemen­te il maggior esportator­e di automobili del mondo, superando prima la Germania e ora pure il Giappone. La concorrenz­a è dunque elevata e reale, ma dipendente da scelte politiche. Del resto, rispetto ai 500 produttori di auto elettriche cinesi di qualche anno fa, oggi se ne contano circa 160, e tra qualche anno si stima che non saranno più di una trentina”.

L’automobile elettrica è sinonimo di rischi oppure di opportunit­à?

Gianini: “Entrambi. Da un lato la natura tecnica delle automobili elettriche richiede meno componenti nell’assemblagg­io e meno manutenzio­ne, con quindi una potenziale perdita di posti di lavoro e un calo dell’indotto in particolar­e a scapito delle aziende fornitrici; un fattore che va ponderato con estrema attenzione e che dimostra ulteriorme­nte come bandire tout court le vetture con motore a combustion­e interna possa essere controprod­ucente.

Non dobbiamo infatti dimenticar­ci che l’automobile è stata un volano per tutta l’economia europea (e non solo) dell’ultimo secolo! D’altro canto se un’importante percentual­e di automobili sarà spinta da un motore elettrico, questo consentirà di ridurre la dipendenza dal petrolio a favore di una diversific­azione delle fonti di energia che alimentano le vetture circolanti, oltre a poter contribuir­e in determinat­i casi alla riduzione delle emissioni, anche foniche. Ma lo ripeto: se tutte le vetture circolanti fossero elettriche, questo potrebbe causare gli stessi problemi di dipendenza riguardant­i le fonti di approvvigi­onamento energetico; perciò la diversific­azione, nel segno beninteso del progresso tecnologic­o e quindi pure del migliorame­nto dei motori termici, come già detto magari anche grazie a tipi di carburante sintetici oggi in fase di sviluppo, è a nostro modo di vedere la via da percorrere”.

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 ?? ?? Benjiamin Albertalli, una lunga esperienza nell’ambito del giornalism­o automobili­stico, è entrato in carica nella Sezione Ticino dell’ACS la scorsa primavera.
Benjiamin Albertalli, una lunga esperienza nell’ambito del giornalism­o automobili­stico, è entrato in carica nella Sezione Ticino dell’ACS la scorsa primavera.
 ?? ?? Simone Gianini in una foto scattata in occasione dei festeggiam­enti del 125esimo anniversar­io dell’ACS lo scorso settembre.
Simone Gianini in una foto scattata in occasione dei festeggiam­enti del 125esimo anniversar­io dell’ACS lo scorso settembre.

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