Blocco negli States Il Dfae non ci sta
Burkhalter sul decreto Trump contro le immigrazioni: ‘Non rispetta le Convenzioni di Ginevra’ Con un comunicato stampa il consigliere federale specifica che ‘le misure prese in ambito di prevenzione del terrorismo devono rispettare i diritti fondamentali’
Fa discutere la stretta di Trump sull’immigrazione. Proteste in America e reazioni da tutto il mondo. Burkhalter (Dfae): ‘Il decreto va nella direzione sbagliata. Valutiamo misure a difesa dei diritti dei cittadini svizzeri’.
Il decreto di Donald Trump che rifiuta l’ingresso negli Stati Uniti a determinati immigrati va nella direzione sbagliata e solleva interrogativi molto pratici. Lo afferma il consigliere federale Didier Burkhalter in un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). Bloccare in maniera generalizzata l’accoglienza di persone provenienti dalla Siria è contrario alle Convenzioni di Ginevra. La Svizzera sta cercando di ottenere informazioni più chiare possibili dalle autorità americane, indica la nota. “Ci riserviamo tutte le misure volte a difendere i diritti dei cittadini coinvolti”, in particolare quelli con doppia nazionalità e che ricadono nelle decisioni previste dal decreto, si legge ancora nel comunicato. Spetta alle autorità americane decidere le condizioni di immigrazione nel loro Paese. La Svizzera – dichiara ancora Burkhalter – si impegna concretamente nella prevenzione del terrorismo; le misure prese in questo ambito devono tuttavia rispettare i diritti fondamentali così come il diritto internazionale. “Ci siamo sempre opposti alla discriminazione degli esseri umani per la loro religione o provenienza”; il decreto americano va chiaramente nella direzione sbagliata. Trattandosi di rifugiati, le Convenzioni di Ginevra implicano che tutti i Paesi accolgano le vittime della guerra per motivi umanitari, rammenta il Dfae. “Sono convinto che è primordiale, anche quando si tratta di prevenire l’estremismo violento, fare di tutto per evitare di accentuare maggiormente le frustrazioni. Occorre sforzarsi di riunire la comunità internazionale per affrontare le cause profonde delle difficoltà del nostro mondo”, sottolinea infine Burkhalter.
La compagnia Swiss si adegua: controlli ai gate per evitare le partenze verso gli States
Intanto anche la compagnia aerea Swiss applica il decreto di Donald Trump che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi a maggioranza islamica (Siria, Libia, Iraq, Iran, Somalia, Yemen, Sudan). “Non abbiamo altra scelta”, ha affermato alla Rts il direttore generale per la Svizzera romanda Lorenzo Stoll. “Abbiamo l’obbligo legale di applicare il decreto”, ha sostenuto Stoll precisando tuttavia che il numero di cittadini dei sette Paesi coinvolti che viaggiano con Swiss per recarsi negli Usa è molto basso. Ciò nonostante, il “blocco” è già avvenuto. Stando a quanto riporta ‘20 Minuten’, una passeggera di un volo Swiss partito
sabato da Ginevra e diretto a New York è stata respinta appena atterrata negli States. La donna è la prima – e, per ora, unica – persona a bordo di un volo della compagnia svizzera a subire gli effetti del nuovo controverso decreto Trump sull’immigrazione. “È tornata in Svizzera con il primo volo”, ha confermato
la portavoce Karin Müller a ‘20 Minuten’. La nazionalità della donna, puntualizza Müller, non può essere resa nota per motivi di privacy. “Le nuove norme sono entrate in vigore poco prima che salisse a bordo”. Swiss, come riportano diversi quotidiani svizzeri, sta già effettuando controlli
al gate: i cittadini degli Stati “bloccati” non possono quindi salire su nessun volo destinazione States. Come mai? “Le compagnie che infrangono il divieto vengono multate”. Sempre stando a Müller sarebbe stato congelato anche un volo di rifugiati per gli Usa con 35 persone a bordo.