laRegione

Casi di razzismo? ‘Non nella polizia del Canton Ticino’

Africani più controllat­i? Il maggiore Bieri: gli agenti intervengo­no in base a elementi oggettivi Racial profiling in polizia? Non ci sono problemi in Ticino per il maggiore Bieri. ‘Nessuno vuole perdere tempo con controlli che non hanno senso’.

- Di Simonetta Caratti

Chi ha la pelle scura viene controllat­o più spesso: è quanto lamentano varie minoranze in Svizzera che chiedono un quadro legale che le protegga. Intanto a Zurigo per la prima volta la giustizia deve giudicare se un controllo ad una persona di colore in stazione ha violato il divieto costituzio­nale di discrimina­zione razziale. Un tema sentito anche in Ticino. Ne abbiamo parlato in un servizio pubblicato sabato. Al riguardo abbiamo intervista­to il maggiore Luca Bieri, capo dei Servizi del comando e formazione della Polizia cantonale: «Tali controlli possono dare fastidio a chiunque, ma sono un prezzo da pagare da parte di tutti per l’ottima sicurezza».

Succede che persone di colore, domiciliat­e o svizzere, vengano controllat­e in Ticino con una certa ripetitivi­tà, mentre vanno al lavoro, all’università, senza che abbiano fatto nulla di particolar­e: la polizia può fermare una persona solo perché ha la pelle scura, o l’agente deve avere sempre sospetti gravi per farlo?

La polizia controlla le persone in base a elementi oggettivi di sospetto, vuoi per peculiarit­à delle persone oppure in base al luogo, all’ora, al veicolo o ad altre circostanz­e nelle quali esse si trovano. Se, per esempio, in una zona sappiamo che ci sono degli spacciator­i di una determinat­a provenienz­a, forzatamen­te dobbiamo controllar­e principalm­ente persone che corrispond­ono a questo profilo. Ricordiamo, per esempio, che alla fine degli anni 80 inizio anni 90 in Ticino c’erano molte rapine di bande armate provenient­i dall'Italia. In quel periodo la polizia era stata accusata di razzismo perché controllav­a più vetture con targhe italiane piuttosto che targate Ch. Accuse prive di fondamento allora, così come lo sono oggi. È, infatti, ovvio che la polizia non può certo fare astrazione dal profilo sospetto di cui dispone in base alle informazio­ni raccolte. La polizia non può quindi fermare persone solo perché di una determinat­a etnia o estrazione sociale, ma deve controllar­e in base a elementi di sospetto più o meno concreti.

In Ticino c'è un problema di ‘racial profiling’ nel corpo di polizia?

Riteniamo di poterlo escludere. Da un lato perché gli agenti sono sensibiliz­zati durante la formazione di base e continua, ma anche perché svolgono la loro attività in un contesto gerarchico abbastanza rigido. Inoltre, l’attività di polizia è intensa e certo nessuno vuole perdere tempo con controlli che non hanno senso. Senza dimenticar­e che negli ultimi 20 anni anche l’estrazione degli agenti si è vieppiù diversific­ata, ulteriore motivo per il quale riteniamo che il problema non esiste. La polizia è consapevol­e del suo ruolo e, quindi, anche della sua responsabi­lità sociale, in questo ed in altri ambiti della nostra società e di fronte a ragionevol­i sospetti l’intervento sarebbe immediato.

Consideran­do la situazione calda al confine, ma valutando anche che siamo un cantone multietnic­o, turistico e universita­rio, ci sono minoranze che sono oggettivam­ente più control-

late dalla polizia? Se sì, perché?

Come già sottolinea­to: in determinat­e situazioni o luoghi o in base ad altre informazio­ni può accadere che determinat­e tipologie di persone vengano maggiormen­te controllat­e. Ma rientra nei compiti della polizia controllar­e il territorio con l’obiettivo principale di prevenire reati. E ciò è possibile soltanto se si tiene conto di tutti gli elementi di sospetto che si presentano.

Alcune polizie svizzere riconoscon­o il problema del ‘racial profiling’ e stanno testando modi per gestirlo: come chiedere agli agenti di spiegare i motivi per ogni controllo su minoranze. Perché si ferma quella persona, che riceve una copia del rapporto. I risultati: una riduzione dei controlli su gruppi di minoranze e più senso di sicurezza nella popolazion­e. In Ticino?

Nel contesto della formazione di base e della formazione continua dei nostri agenti, l'intercultu­ralità riveste una grande importanza da anni e ben prima che altri Corpi dedicasser­o al tema il tempo che invece vi dedichiamo noi. Attualment­e non si ritengono quindi necessarie ulteriori misure, in particolar­e

non misure che aumentano il carico di lavoro amministra­tivo. Ricordiamo anche che la persona che non ha nulla da nascondere e che collabora in occasione di eventuali controlli, si vede togliere il disturbo di regola molto velocement­e. In chiusura vorremmo, finalmente, anche ricordare che uno dei perni dell’attività dissuasiva della polizia è la densità di controllo. Tali controlli possono dare fastidio a chiunque, ma sono un prezzo da pagare da parte di tutti per l’ottima sicurezza della quale possiamo godere nel nostro Paese e in Ticino in particolar­e.

 ?? TI-PRESS ?? La polizia ticinese non ritiene necessarie ulteriori misure che aumentereb­bero il carico amministra­tivo
TI-PRESS La polizia ticinese non ritiene necessarie ulteriori misure che aumentereb­bero il carico amministra­tivo

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland