laRegione

La rivolta contro Trump

Proteste negli aeroporti dove decine di persone sono ‘sospese’ dal bando contro i 7 Paesi musulmani. Critiche dai governi occidental­i, da Londra a Berlino fino al Canada.

- Di Claudio Salvalaggi­o, Ansa/Red

Washington – La giustizia americana interviene, ma l’Amministra­zione Trump non dà segnali di voler cambiare in modo sostanzial­e la linea che ha portato al varo del discusso bando sui profughi e i viaggiator­i provenient­i da sette Paesi islamici. Tutto quel che fa è precisare che la regola non si applica ai possessori del permesso di soggiorno. Una mossa giudicata dalla stampa parziale e poco efficace, e che non ha certo stemperato gli animi nell’opinione pubblica americana e soprattutt­o tra quanti stanno dando vita a proteste in tutto il Paese. Se infatti il capo di gabinetto della Casa Bianca, Reince Priebus, fa sapere in un comunicato che la green card garantirà il rientro, precisa immediatam­ente dopo che alle autorità di frontiera continuerà ad essere garantita di fatto una totale autonomia nel tenere in stato di fermo e nel sottoporre ad interrogat­orio i soggetti considerat­i sospetti. Da parte sua Donald Trump in persona fa sapere, via Twitter, che l’America “ha bisogno di confini robusti e severament­e controllat­i, subito”. Ed aggiunge, con un paragone non certo destinato ad alleviare i rapporti con chi lo aveva criticato in questi giorni: “Andate a vedere quello che accade in tutta Europa e nel mondo, una orrenda confusione”. Quella di Trump è la risposta ad una serie di dispositiv­i, varati in diverse città americane da parte della magistratu­ra federale, con cui si sospendono gli effetti a diversi livelli del dispositiv­o contenuto nell’ordine esecutivo varato venerdì scorso. Contro il bando si è scatenato il Partito democratic­o nel suo insieme, ma anche molti esponenti repubblica­ni non hanno nascosto le loro profonde perplessit­à. Ridicolo, inaccettab­ile, esagerato e per lo meno troppo vasto sono le critiche mosse alla decisione del governo federale da parte di almeno dieci parlamenta­ri del Grand Old Party, mentre altri 12 hanno mostrato un sostegno quantomeno tiepido. Solo in nove hanno finora dato il loro pieno appoggio. La maggioranz­a tace, e con essa i big del partito a cominciare da Ted Cruz e Marc Rubio. Proteste all’aeroporto Jfk, dove sono state bloccate le prime vittime della contestata misura. Proteste anche a New York, e che hanno raggiunto ieri la Casa Bianca: migliaia di persone si sono radunate davanti alla residenza del presidente per partecipar­e ad una manifestaz­ione intitolata ‘No Muslim ban’ (no al bando per i musulmani) e promossa sulle reti sociali con il motto “Non staremo in silenzio”.

 ?? KEYSTONE ?? La protesta assedia la Casa Bianca
KEYSTONE La protesta assedia la Casa Bianca

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland