La rivolta contro Trump
Proteste negli aeroporti dove decine di persone sono ‘sospese’ dal bando contro i 7 Paesi musulmani. Critiche dai governi occidentali, da Londra a Berlino fino al Canada.
Washington – La giustizia americana interviene, ma l’Amministrazione Trump non dà segnali di voler cambiare in modo sostanziale la linea che ha portato al varo del discusso bando sui profughi e i viaggiatori provenienti da sette Paesi islamici. Tutto quel che fa è precisare che la regola non si applica ai possessori del permesso di soggiorno. Una mossa giudicata dalla stampa parziale e poco efficace, e che non ha certo stemperato gli animi nell’opinione pubblica americana e soprattutto tra quanti stanno dando vita a proteste in tutto il Paese. Se infatti il capo di gabinetto della Casa Bianca, Reince Priebus, fa sapere in un comunicato che la green card garantirà il rientro, precisa immediatamente dopo che alle autorità di frontiera continuerà ad essere garantita di fatto una totale autonomia nel tenere in stato di fermo e nel sottoporre ad interrogatorio i soggetti considerati sospetti. Da parte sua Donald Trump in persona fa sapere, via Twitter, che l’America “ha bisogno di confini robusti e severamente controllati, subito”. Ed aggiunge, con un paragone non certo destinato ad alleviare i rapporti con chi lo aveva criticato in questi giorni: “Andate a vedere quello che accade in tutta Europa e nel mondo, una orrenda confusione”. Quella di Trump è la risposta ad una serie di dispositivi, varati in diverse città americane da parte della magistratura federale, con cui si sospendono gli effetti a diversi livelli del dispositivo contenuto nell’ordine esecutivo varato venerdì scorso. Contro il bando si è scatenato il Partito democratico nel suo insieme, ma anche molti esponenti repubblicani non hanno nascosto le loro profonde perplessità. Ridicolo, inaccettabile, esagerato e per lo meno troppo vasto sono le critiche mosse alla decisione del governo federale da parte di almeno dieci parlamentari del Grand Old Party, mentre altri 12 hanno mostrato un sostegno quantomeno tiepido. Solo in nove hanno finora dato il loro pieno appoggio. La maggioranza tace, e con essa i big del partito a cominciare da Ted Cruz e Marc Rubio. Proteste all’aeroporto Jfk, dove sono state bloccate le prime vittime della contestata misura. Proteste anche a New York, e che hanno raggiunto ieri la Casa Bianca: migliaia di persone si sono radunate davanti alla residenza del presidente per partecipare ad una manifestazione intitolata ‘No Muslim ban’ (no al bando per i musulmani) e promossa sulle reti sociali con il motto “Non staremo in silenzio”.