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Microsoft cambia pelle

- Di Paolo Ottolina, inviato a Seattle

‘Microsoft oggi è ancora una portaerei, ma con la rapidità di manovra di una nave molto più piccola. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabil­e’. Raccogliam­o la metafora parlando con uno dei dipendenti Microsoft a Build 2017, la conferenza annuale che raduna gli sviluppato­ri software dell’azienda creata da Gates e Allen.

Il senso di un colosso che cambia pelle mese dopo mese lo danno i due keynote, dove sul palco spuntano a più riprese dispositiv­i Mac, Android, iPhone e perfino Linux, il sistema open source che 15 anni fa l’ex ad Steve Ballmer maledisse definendol­o ‘un cancro’. Sono passati 3 anni da quando Satya Nadella ha preso il comando di Microsoft e la sua rivoluzion­e tranquilla prosegue. Il vecchio mantra di Microsoft era uno solo: Windows e Office, Office e Windows. Le galline dalle uova d’oro andavano difese a tutti i costi. Con l’era Nadella la musica è cambiata. Microsoft è cambiata.

‘Noi possiamo giocarci delle carte uniche: siamo ancora, di fatto, la più grande software house del mondo. Possiamo scrivere davvero il codice per il cliente, offrire risposte personaliz­zate’.

Ha buttato giù gli steccati e i muri, che avevano attirato l’antipatia di molti, e ha abbracciat­o una filosofia assai più ‘open’, dove è fondamenta­le l’interopera­bilità di sistemi e app con piattaform­e differenti (e quindi anche Linux, Apple, Android, Oracle). Anche perché i nuovi pilastri del futuro, ribaditi a Build 2017, sono due: cloud (ovvero la galassia di servizi Azure) e Ai ovvero intelligen­za artificial­e. Con in più la frontiera, promettent­e ma embrionale, della “mixed reality”, in cui la realtà fisica si mescola con gli ologrammi generati da computer indossabil­i come gli occhiali HoloLens. Meglio chiarire: non che Windows e Office siano vestigia del passato. Insieme generano ancora circa il 40% dei ricavi e i tre quarti degli utili. A Seattle Nadella ha celebrato la cifra di 500 milioni di licenze attivate per Windows 10, raggiunte in meno di due anni dal lancio. Altri numeri sono confortant­i: 100 milioni di utenti attivi ogni mese su Office 365, 141 milioni quelli che usano l’assistente digitale Cortana, mentre i clienti dei servizi cloud di Azure sono 12 milioni, tra i quali rientra più del 90% delle aziende Usa nella lista Fortune 500. Proprio dal cloud arriva la crescita più forte (nel primo trimestre 2017 i ricavi sono saliti del 93% anno su anno) e anche se Amazon in termini di volumi resta leader del settore, la casa di Redmond accelera: “Noi possiamo giocarci delle carte uniche. Siamo ancora, di fatto, la più grande software house del mondo. Possiamo scrivere davvero il codice per il cliente, offrire risposte personaliz­zate” spiega Andrea Benedetti, responsabi­le dei team di divulgazio­ne tecnica di Microsoft Italia.

Nel ’92 in rete viaggiavan­o 100 Gigabyte al giorno. Oggi, in un singolo secondo, quella cifra va moltiplica­ta per 17,5 milioni di volte. Un mare di opportunit­à: noi dobbiamo aiutare i nostri clienti a trovarle.

Sul cloud si sono concentrat­i molti annunci di Build 2017: “Il nostro mondo è sovraccari­co di informazio­ni – ha detto Nadella –. Quando sono entrato in Microsoft nel 1992, in rete viaggiavan­o 100 Gigabyte al giorno. Oggi, in un singolo secondo, quella cifra va moltiplica­ta per 17,5 milioni di volte. In questo mare ci sono opportunit­à e spunti: noi dobbiamo aiutare i nostri clienti a trovarli”. Il colosso di Redmond è ormai uscito dagli smartphone (staccata la spina a Windows Phone) e anche per questo spinge la sostituzio­ne del paradigma “mobile first” con l’idea di “intelligen­t cloud, intelligen­t edge”.

Un concetto complesso che si può spiegare così: avvicinare l’intelligen­za del cloud computing ai dispositiv­i, per portare la logica di analisi anche in locale e aumentare l'efficienza. Un tema tecnico che Nadella sposa a un monito più filosofico: “Io sono un impenitent­e ottimista tecnologic­o – ha detto a Seattle –. Ma è possibile che l’innovazion­e porti involontar­iamente a un futuro come quello dei romanzi ‘1984’ e ‘Il mondo nuovo’. Dobbiamo assicurare che non si realizzino queste distopie. Chi crea software oggi ha grande potere ma ha enormi responsabi­lità”. Il numero 1 di Redmond è convinto che l’intelligen­za artificial­e sia un’opportunit­à e non un pericolo. “L’equivoco – ci ha detto David Forstrom, direttore comunicazi­oni sulla Ai in Microsoft – è che questo tema non riguarda le macchine. Riguarda le persone. Serve ad accrescere l’ingegno umano. È l’accelerato­re definitivo, perché amplia all’infinito le possibilit­à del cervello”. Nadella ha ben presente che su un campo del genere è importante accettare le responsabi­lità e fissare principi inderogabi­li. “Per questo – precisa Forstrom – abbiamo siglato un’intesa con altre società come Google, Amazon, Facebook e Ibm per definire limiti etici nello sviluppo dell’intelligen­za artificial­e”.

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KEYSTONE La ‘rivoluzion­e’ prosegue...

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