Sanità: notizie che passano in sordina
Alcune notizie in sanità, se non scandalistiche o sensazionali, non fanno… notizia!
Altre informazioni passano un po’ in sordina e questo è un gran peccato, soprattutto per i pazienti. Ne cito due recenti: la prima, l’inchiesta di Comparis.ch sulle paure degli svizzeri al momento di entrare in ospedale; la seconda, il comunicato dell’Acsi sull’iniziativa popolare “Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere”. Un ampio sondaggio di Comparis.ch ha evidenziato che, malgrado la grande fiducia nei confronti degli ospedali e dei loro medici, la metà degli svizzeri teme i loro errori, soprattutto in sala operatoria. La maggior parte delle persone apprezza la possibilità di avere informazioni in merito alle complicazioni operatorie, al rischio di infezioni ospedaliere o al tasso di successo degli interventi. L’interesse sembra invece svanire se si parla di tassi di mortalità, con un atteggiamento apparentemente contraddittorio, ma comprensibile, e forse un po’ scaramantico (occhio non vede…). Queste preoccupazioni dei cittadini sono più che legittime e non vanno sottaciute, pur senza enfatizzarle. Si stima infatti che 4-5 pazienti su 100 subiscano, durante la degenza, effetti avversi provocati dalle cure stesse, talvolta con conseguenze gravi; basti pensare alle infezioni acquisite in ospedale, agli errori di procedura in sala operatoria, alla errata somministrazione di farmaci eccetera. Una “task force” del Consiglio Federale, preoccupato per il numero di “vittime delle cure ospedaliere”, si attivò già nel 2001 per garantire un sistema sanitario più sicuro. Nel 2003 nacque la Fondazione Svizzera per la Sicurezza dei Pazienti con lo scopo di promuovere tutte quelle misure possibili per migliorare la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti. Circa la metà degli eventi avversi è infatti potenzialmente evitabile, adottando procedure ispirate a modelli di riferimento come quelli dell’aviazione; quest’ultima è molto più sicura degli istituti di cura ed ha saputo ridurre il rischio di incidenti di ca. 50 volte negli ultimi 30 anni. I sistemi sanitari sono decisamente in ritardo, ma sono chiamati a fare tutto il possibile per diventare anche loro organizzazioni ad alta affidabilità. Checklist in sala operatoria, sorveglianza delle infezioni, farmacovigilanza, prescrizione informatizzata dei medicamenti, segnalazione e analisi sistematica degli errori, sono alcuni esempi di quanto si può e si dovrebbe fare in ogni istituto sanitario d’interesse pubblico (rendendolo un requisito obbligatorio per ricevere i sussidi dello Stato). Questo presuppone però anche un cambiamento culturale: promuovere un clima di trasparenza e non di colpevolezza tra gli operatori sanitari, sviluppare una percezione del rischio e degli errori potenziali, favorire il lavoro in team interdisciplinari e, infine, non perseguire ciecamente solo indicatori economici e di produttività. L’altra notizia passata un po’ in sordina è il comunicato stampa dell’Associazione Consumatrici della Svizzera Italiana (che comprende anche l’Associazione dei Pazienti), con il quale viene sostenuta pubblicamente l’iniziativa popolare “Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere”. Questa iniziativa di legge (cantonale) va proprio nella direzione di quanto espresso sopra. L’Acsi ha deciso di appoggiare questa proposta di medici e infermieri anche perché, promuovendo qualità e sicurezza, si riducono le complicazioni e quindi anche i costi; inoltre, ricercando l’appropriatezza delle terapie, si riducono quelle indagini diagnostiche o quelle cure superflue, dettate da una medicina consumistica e sempre più difensiva. La qualità delle cure e la sicurezza del paziente devono essere veramente al centro dell’interesse negli ospedali pubblici e nelle cliniche private, indistintamente, perché entrambi sussidiati in ugual misura dal cittadino. Sia ben chiaro: non è solo con articoli di legge che si garantiscono prestazioni di qualità; eppure, l’affermare esplicitamente certi principi e valori è importante per una società che vuole assicurare anche in futuro un servizio sanitario tra i migliori al mondo. Poi, qualità e sicurezza cerchiamo di offrirle quotidianamente al letto del malato, con la massima competenza professionale ma anche umana; quasi tutti gli intervistati da Comparis.ch affermano infatti che la gentilezza del personale curante ha un enorme influsso sul loro benessere. E’ per queste ragioni che lancio un appello a favore della raccolta di firme per questa iniziativa popolare, che sta scivolando via un po’ in sordina, forse perché non di partito né di categoria (medica), ma perché “solo” nell’interesse dei pazienti. Abbiamo poco tempo: entro la fine del mese dobbiamo raccogliere ben 7’000 firme, impresa non facile senza grandi sponsor. La forza dei malati, qualche volta, può stare anche nella loro penna. Resto in questo senso a disposizione per ulteriori informazioni o per inviare i formulari per la raccolta delle firme (091 811 32 27 – brenno.balestra@eoc.ch).