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‘Riforma, attendo indicazion­i’

Giustizia 2018, risparmi, elezione dei magistrati… Parla il presidente del Tribunale d’appello

- Di Andrea Manna

Matteo Cassina sta per concludere il primo anno alla guida della massima autorità giudiziari­a cantonale

«Mi aspettavo dal Dipartimen­to qualche indicazion­e concreta sulla riorganizz­azione del Tribunale d’appello prevista dal progetto ‘Giustizia 2018’. Al momento quindi non ci sono grosse novità, in un senso o nell’altro. Insomma, non so se il governo intenda portare avanti o abbandonar­e questa riorganizz­azione». A fine mese Matteo Cassina concluderà il primo dei due anni di presidenza del Tribunale d’appello. Giudice del Tram, il Tribunale cantonale amministra­tivo, Cassina stila, intervista­to dalla ‘Regione’, un bilancio di questi dodici mesi trascorsi alla guida della massima istanza giudiziari­a cantonale.

Dodici mesi durante i quali ha atteso qualche segnale sullo stato di avanzament­o di ‘Giustizia 2018,’ la riforma con cui il capo del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi conta di rendere maggiormen­te efficiente l’apparato giudiziari­o ticinese. Attesa vana, pare di capire.

Il 31 maggio del 2018 scadrà il periodo di nomina dei ventisette giudici ordinari del Tribunale d’appello. Ora, per i magistrati confermati e per quelli neoeletti sarebbe senz’altro positivo cominciare i dieci anni del loro mandato alla luce di una chiara decisione del Gran Consiglio sull’eventuale nuovo assetto del Tribunale. Temo tuttavia che ciò non avverrà. I tempi della politica sono di regola non brevi e dipendono non solo dal Consiglio di Stato ma anche dal parlamento. Peraltro ‘Giustizia 2018’ – e la prospettat­a riorganizz­azione del Tribunale d’appello è solo uno dei suoi vari capitoli – è un progetto complesso, che comporterà inevitabil­mente una serie di approfondi­menti da parte del Gran Consiglio. Ovviamente sì: speravo, per rispondere alla sua domanda, in un qualche segnale sulla strada che si vuole imboccare. Il 2018, del resto, è alle porte.

Se stiamo agli intenti perlomeno iniziali del Dipartimen­to, quali potrebbero essere i punti controvers­i della riorganizz­azione del Tribunale d’appello?

Non credo quello della durata della presidenza, oggi di due anni, che il progetto, così come mi è noto, vorrebbe allungare. E nemmeno quello del ruolo del presidente, che si vorrebbe sgravare parzialmen­te dagli incarti giudiziari affinché possa dedicarsi più di adesso agli aspetti amministra­tivi e organizzat­ivi. Ritengo che il nodo principale che il Gran Consiglio sarà chiamato a sciogliere, e che dunque sarà oggetto di discussion­e, sia il ventilato scorporo del Tribunale penale cantonale dal Tribunale d’appello.

Lei che ne pensa?

I motivi dei sostenitor­i della separazion­e mi sembrano un po’ deboli. Hanno detto che sarebbe non opportuno, se non addirittur­a contrario alla Cedu, la Convenzion­e dei diritti dell’uomo, mantenere sotto lo stesso tetto istituzion­ale, quello del Tribunale d’appello, la prima istanza, cioè il Tribunale penale, e la seconda, cioè la Corte d’appello e revisione penale.

Eppure il problema sembra non essere avvertito sul piano federale. Qualche mese fa le Camere hanno infatti approvato la proposta del Consiglio federale di costituire all’interno del Tribunale penale federale – dove opera la Corte penale, autorità giudicante di primo grado – una Corte d’appello. Perlomeno in Ticino la Corte d’appello penale è a Locarno, mentre la sede del Tribunale penale cantonale è a Lugano.

Una separazion­e ‘fisica’ ma non istituzion­ale.

Guardi, al Palazzo di giustizia di Lugano gli uffici dei giudici del Tribunale penale sono al secondo piano: al primo e al pianterren­o ci sono quelli del Ministero pubblico. Ma questa contiguità non influisce sull’indipenden­za e sull’autonomia delle due autorità giudiziari­e. Per finire quel che conta sono la serietà e altre qualità personali dei singoli magistrati. Valuti comunque il Gran Consiglio se sussistano ragioni di opportunit­à per giustifica­re lo scorporo.

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TI-PRESS/P.GIANINAZZI Matteo Cassina, giudice attivo al Tribunale amministra­tivo

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