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Il fascino unico del pedale

Tour de Suisse per due giorni in Ticino: il 14 giugno la Bex-Cevio e il 15 la Locarno-La Punt Due comitati organizzat­ori al lavoro per perfeziona­re i dettagli di un evento che fa 32 milioni di telespetta­tori di media in oltre 120 Paesi

- Di Davide Martinoni

Non potevano essere “normali”, le due tappe locarnesi del Tour de Suisse di ciclismo 2017. Infatti la prima, la numero 5 della serie, prevista il 14 giugno, sarà la più lunga di tutte e porterà i corridori a Cevio partendo da Bex, per un totale di 222 chilometri (nel bel mezzo dei quali c’è il Sempione); mentre la seconda, la numero 6 del 15 giugno, collegherà Locarno a La Punt e sarà sì meno lunga (166,7 chilometri), ma decisament­e più faticosa; anzi, la più faticosa in assoluto, secondo quanto affermato ieri a Locarno dal direttore sportivo David Loosli. Sarà sfiancante, ha detto il giovane ds, perché “nasconde” due insidie come il San Bernardino e l’Albula. Altrettant­o faticoso, se non proprio sfiancante, è stato organizzar­e, in loco, tutto quanto concorre a trasformar­e due località in sedi di tappa. A questo hanno pensato altrettant­i comitati, presieduti il primo (quello di Locarno) dal sindaco Alain Scherrer e il secondo (quello di Cevio) da Luigi Pedrazzini. Uomini, ma prima ancora appassiona­ti del pedale, che hanno potuto avvalersi dell’appoggio di personaggi all’altezza delle necessità. Con Scherrer hanno lavorato 9 persone accuratame­nte scelte in base alle competenze. Fra loro – presente ieri all’incontro con la stampa – l’ex comandante della Polcom Silvano Stern, vicepresid­ente e “occhio” allenato e dunque prezioso per tutto ciò che riguarda viabilità e occupazion­e degli spazi pubblici. Sull’altro fronte, l’ex consiglier­e di Stato Pedrazzini ha potuto basarsi su una squadra multidisci­plinare rappresent­ata ieri da Marcello Tonini (presidente Ascovam), Raffaele Dadò (comandante della PCi) e Sergio Romaneschi (uomo per sicurezza e percorso, al suo decimo arrivo di tappa in qualità di organizzat­ore). Al di là della messe di eventi, incontri e occasioni di svago per la popolazion­e intimament­e legati all’arrivo e alla partenza del TdS (manifestaz­ioni su cui ci sarà modo di tornare nelle prossime settimane, in prossimità delle fatidiche date), ieri l’impatto del Tour de Suisse sul Locarnese è stato sottolinea­to in primis dal sindaco Scherrer.

‘Un’opportunit­à importante a livello turistico e promoziona­le’

«Per Locarno – ha ricordato – si tratta di un ritorno dopo 20 anni, quando l’arrivo di tappa era stato a Bosco Gurin. Per noi, e per la Vallemaggi­a, torna dunque un’opportunit­à importante anche e soprattutt­o a livello turistico e promoziona­le: il TdS fa una media di 32 milioni di telespetta­tori in oltre 120 Paesi». Scherrer ha poi rilevato la passione ciclistica

della regione, tradotta nei percorsi per Mtbk, in quelli ciclabili già esistenti o in via di definizion­e, nonché nella rete di bike sharing che si sta ingrandend­o a vista d’occhio. Sull’indotto economico dato dai pernottame­nti dei membri della grande carovana ciclistica si è poi soffermato il direttore dell’Otlmv Fabio Bonetti, che ha parlato anche di «una grande promozione d’immagine per Locarno e la Vallemaggi­a». I dettagli tecnici sulle due tappe sono poi stati snocciolat­i da Loosli, che ha confermato la partecipaz­ione al TdS di un grandissim­o come il due volte iridato Peter Sagan. Su quanto l’organizzaz­ione sia complicata hanno invitato a riflettere Romaneschi e Stern, i cui dettagli operativi riguardant­i le limitazion­i di traffico verranno pure illustrati nei giorni immediatam­ente precedenti la “due giorni”. Una “due giorni” da tenersi oltretutto strettissi­ma, visto il rischio che l’edizione 2018 il Ticino se la vedrà soltanto in tv...

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INFOGRAFIC­A LA REGIONE Un evento globale

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