Porlezza, tre per il sindaco Monteggio, caso in CdS
Ci sono anche Porlezza e San Bartolomeo Val Cavargna fra i 18 comuni della provincia di Como in cui l’11 giugno si voterà per la nomina del sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale. A San Bartolomeo Val Cavargna si conferma l’ultima tornata elettorale: un solo candidato sindaco, Moreno Bonardi, per la lista “Insieme per San Bartolomeo Val Cavargna”. Perché l’elezione sia valida, dovranno presentarsi alle urne il 50 per cento più uno degli aventi diritto e la scelta dovrà cadere sul suo nominativo nella misura del 50% più uno dei votanti. A Porlezza, Comune commissariato dopo le dimissioni di 11 consiglieri su 12, fra cui anche quelli di maggioranza, in guerra con il sindaco Franco Franchi, che si ripresenta. Un altro ritorno è quello dell’ex sindaco Sergio Erculiani, con la lista “Passione comune”. Il terzo candidato è Antonio Petrassi, con la lista “Porlezza Viva”. Trentaquattro i candidati al Consiglio comunale, ma i posti a disposizione sono dodici. Essendo una elezione proporzionale, sarà nominato sindaco il candidato con il maggior numero di voti. Il caso della ditta Brogioli Sa di Monteggio arriva a Palazzo delle Orsoline con una lunga serie di questioni irrisolte. Dopo il servizio di Falò del 4 maggio e la richiesta del sindaco Piero Marchesi di vederci chiaro (cfr. ‘laRegione’ di giovedì 11 maggio), il deputato in Gran Consiglio Matteo Pronzini (Mps) pone domande al Consiglio di Stato. La Suva ne è a conoscenza da quattro anni mentre da due è pendente al Ministero pubblico una denuncia penale per “lesioni colpose gravi” contro la ditta. Ma i controlli, prosegue Pronzini, pare siano avvenuti avvisando con largo anticipo e permettendo all’impresa di rimediare. Eppure, i “controlli di laboratorio fatti realizzare dai giornalisti hanno certificato la presenza di berillio sia sui vestiti dei dipendenti, sia nel terreno circostante la fabbrica”. Il deputato chiede pure quale sia la procedura di annuncio in caso di utilizzo di sostanze pericolose e se le autorità cantonali erano a conoscenza dell’uso di berillio dell’azienda. Pronzini chiede inoltre lumi sui motivi per cui i controlli vengono preannunciati.