Si abbatte l’ex Jelmoli
La maggioranza aderisce alla proposta Plr e stralcia il concorso di idee. Si procederà a tappe. Lasciando il ‘vuoto’.
Entro la fine dell’anno il palazzo ex Jelmoli a Mendrisio sarà abbattuto. Giusto ieri sera dal Consiglio comunale cittadino si è dato via libera alle ruspe. Per il momento, però, ci si fermerà lì. Per il concorso di idee, quindi per il ridisegno della nuova Piazza del Ponte, Comune e popolazione dovranno attendere un altro po’. Alla prova del voto ha avuto, infatti, la meglio l’emendamento proposto dal Plr. Scisso il credito (in totale di 810mila franchi) e stralciati i 160mila franchi necessari a finanziare il bando, l’aula consiliare si è limitata a ‘liberare’ – con 44 ‘sì’, 6 ‘no’ e 1 astenuto – i 650mila franchi destinati all’abbattimento dell’edificio. Sul resto, la sistemazione dell’area – una volta senza stabile – e la progettazione si procederà a tappe. La maggioranza consiliare ha voluto così. A conti fatti solo la Sinistra e i Verdi – al di là di qualche posizione personale, anche dentro Plr e Lega-Udc-Ind. – hanno difeso, mani alzate, la linea del Municipio che abbinava alle ruspe la progettualità. Resiste, sullo sfondo, la volontà popolare – invocata a più riprese anche ieri sera – che, dopo aver bocciato, il settembre scorso, la variante prospettata da esecutivo e maggioranza consiliare, ora aspira a riappropriarsi di una piazza più vivibile. E ciò senza perdere di vista la valenza storica e culturale del comparto proprio nel ‘cuore’ del Borgo. Sta di fatto
che, dal Ppd al gruppo Lega-Udc-Ind., la lettura prevalente è stata quella di non sprecare risorse. Con la convinzione che davanti allo spazio ‘vuoto’ gli urbanisti potranno farsi un’idea più concreta su come rispondere alle attese. Solo chi ha
fatto resistenza all’emendamento – tra questi anche i liberali radicali Nicola Rezzonico e Massimo Cerutti e Nadir Sutter (Lega-Udc-Ind.) – si è detto convinto che prima si progetta, poi si fa. In altre, parole, ha richiamato Andrea Stephani
(Verdi), la proposta municipale interpreta «in maniera più fedele l’esito delle urne». Adesso, ha fatto presente il capodicastero Daniele Caverzasio, non resta che accettare di veder allungare i tempi.