I consiglieri restano sessanta
Il Consiglio comunale di Mendrisio continuerà ad avere 60 rappresentanti. La proposta avanzata dal gruppo Lega-Udc-Ind. non ha fatto breccia, ieri sera, nella maggioranza dell’aula. A decidere di non cambiare (e di bocciare quindi la mozione) sono stati 40 consiglieri, 5 i contrari, 6 gli astenuti. La difesa di Massimiliano Robbiani non è bastata a far mutare idea. «Ci vuole il coraggio di cambiare – ha esortato il consigliere leghista –. Quantità – ha insistito – non vuol dire per forza qualità. Non solo: ad oggi si contano già sei dimissioni, con questa triste media scenderemo a quota 24». Infine, l’argomento finanziario: «Ridurre i membri del legislativo porterà un risparmio di 100mila franchi a legislatura». Ma 60 consiglieri «sono appena sufficienti per rappresentare il complesso elettorato della città – ha ribattuto dai banchi del Ppd Paolo Danielli –. E permettono di restituire una rappresentanza di genere e generazionale. Questo sforzo è necessario, dunque, per non aumentare ancora di più la distanza fra istituzione e cittadino. Semmai, si può discutere su una diminuzione dei membri delle commissioni permanenti». Dello stesso avviso Andrea Ghisletta di Insieme a Sinistra. Diminuire di un quarto i consiglieri, ha motivato, non è la soluzione utile. Neppure per rispondere alla difficoltà di trovare candidati. «I consiglieri – ha ricordato – fanno un lavoro prezioso, da non declassare a ‘cadrega’. Abbandoniamo l’antipolitica e riscopriamo la partecipazione. Insomma, la mozione va nella direzione sbagliata: ci vuole più e non meno partecipazione». Non si sono discostati né il Plr, per voce di Giovanni Poloni, né i Verdi con Tiziano Fontana.
Più parità
Il Consiglio comunale, all’unanimità, ha invece seguito il Municipio e ha aperto la porta alla parità di genere (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Lo ha fatto sottoscrivendo la ‘Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale’ e iniziando così un cammino che intende abbattere le barriere di genere. Entro due anni il Comune dovrà darsi un ‘Piano d’azione’ con obiettivi, priorità, misure, risorse e tempi realizzativi.