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Brexit dalla Champions, ma che bella la Premier

- Di Sascha Cellina

Dopo la favola del Leicester di Ranieri nello scorso campionato, la Premier League è tornata in mano a una “big” moderna del calcio inglese, il Chelsea, che venerdì ha messo sì le mani “solo” sul sesto titolo della sua storia – niente a che vedere con i 20 del Manchester United o i 18 del Liverpool –, ma il quinto in tredici anni e il secondo degli ultimi tre. Un successo però tutt’altro che scontato quello dei Blues e che proprio in questo ha qualcosa in comune con lo storico titolo di chi l’ha preceduto: come il Leicester (14° e salvatosi in extremis l’anno prima), anche la compagine londinese era reduce da una stagione difficile (10° posto) e durante il mercato aveva tutt’altro che stravolto la rosa, puntando sul recupero dei giocatori (comunque campioni) già in rosa. E per farlo si è affidato a un tecnico ad hoc, quell’Antonio Conte capace con il suo carisma e la sua grinta di rivitalizz­are elementi quali Diego Costa (21 gol e 7 assist), Hazard (16/7), Pedro (12/11), Fábregas (6/12), ma anche di far sentire importanti i gregari. Come il belga Batshuayi, 588’ in tutta la stagione ma mandato in campo contro il West Bromwich a segnare il gol che è valso il titolo. Un caso? No, perché è soprattutt­o lo spirito di squadra che ha permesso al Chelsea di prendere il comando alla 12a giornata e non mollarlo più, salendo per la terza volta in otto anni sul trono d’Inghilterr­a. E proprio guardando alle ultime otto Premier, si nota un dato interessan­te: nessun campione è riuscito a riconferma­rsi. L’ultimo a riuscirci è stato lo United, titolato per tre anni di fila tra il 2007 e il 2009. Poi si sono alternate quattro squadre: Chelsea (3 titoli), Manchester City, United (2) e Leicester. Vero, esclusa quest’ultima si parla sempre delle “solite note”, ma ben otto stagioni di alternanza rappresent­ano comunque un unicum invidiabil­e (e invidiato, ne siamo certi) a livello dei grandi campionati europei. In Italia la Juventus ha vinto gli ultimi cinque scudetti e si appresta a conquistar­e il sesto, in Germania il Bayern Monaco ha fatto pokerissim­o. In Spagna il Real Madrid (nel 2012 e forse quest’anno) e l’Atletico (2014) hanno solo parzialmen­te scalfito l’egemonia del Barcellona (6 volte “campeon” nelle ultime 8 annate), così come in Francia il possibile titolo del Monaco è destinato a interrompe­re solo momentanea­mente la supremazia del Psg (4 successi filati). Per non parlare del dominio del Basilea, che si è intascato le ultime otto Super League. Poi sarà anche vero che in Champions non si vede una finalista inglese da ormai cinque anni, ma intanto i sudditi della Regina si consolano con il campionato più bello del mondo. In fondo, dall’Europa, loro ci sono pure usciti.

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