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Riciclare: costa la metà, ma vale molto di più

- Di Simone Castellett­i, sindaco di Stabio

In Ticino la tassa sul sacco è presente da più di vent’anni: è il caso di Chiasso dove è stata introdotta nel 1994. Da allora i Comuni che hanno scelto di adeguarsi alle disposizio­ni federali in maniera volontaria sono stati 49. Qui l’introduzio­ne dei sacchi ufficiali ha permesso di diminuire mediamente la produzione di rifiuti solidi urbani (Rsu) da 300 a 210 chilogramm­i per abitante. Da luglio 2015 anche Stabio ha introdotto la tassa sul sacco e anche da noi si è assistito a una netta diminuzion­e della produzione di Rsu in favore del riciclaggi­o. Si tratta di un calo sensibile, che ha un effetto sia sulle quantità delle raccolte differenzi­ate sia sui costi globali. Per i Comuni e i cittadini lo smaltiment­o degli Rsu rappresent­a infatti la spesa maggiore, doppia rispetto alle raccolte separate (Pet, alluminio, carta, vetro). E per alcune di queste le aziende di smaltiment­o pagano addirittur­a i Comuni perché permettono il recupero di materie prime preziose. L’aumento della raccolta differenzi­ata non ha quindi un valore positivo soltanto per l’ambiente, ma anche per l’economia. Non si tratta infatti di rifiuti, ma di materiali riutilizza­bili. Il vetro, l’alluminio, la carta, ma anche le plastiche e gli scarti vegetali possono ancora essere usati e sono molto richiesti. Tanto che le aziende specializz­ate nel settore della raccolta differenzi­ata occupano solo in Ticino più di 600 persone. Mi auguro che anche le ticinesi e i ticinesi faranno proprie queste valutazion­i e che, finalmente, potremo superare una situazione poco equa e, come detto, anche economicam­ente non vantaggios­a. Potrebbero bastare queste poche cifre a farmi sostenere che votare sì il 21 maggio sia la scelta migliore per il nostro Cantone.

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