laRegione

Per garantire l’approvvigi­onamento elettrico

- Matteo Buzzi, Locarno

Secondo uno studio internazio­nale vi è il 50% di probabilit­à che un incidente nucleare come o più grave di quello di Fukushima si ripeta nei prossimi 50100 anni. La domanda non è quindi “se” succederà, ma “dove” e “quando”. La Svizzera, con il parco nucleare più vecchio al mondo e la più alta densità europea di popolazion­e in un raggio di 50 km attorno alle centrali nucleari, è particolar­mente esposta a questo rischio. È quindi importante che le vetuste centrali, già oggi non più redditizie, siano progressiv­amente disattivat­e. La nuova legge sull’energia grazie al potenziame­nto delle energie rinnovabil­i è il presuppost­o fondamenta­le per sostituire progressiv­amente le vecchie centrali nucleari svizzere e garantire un approvvigi­onamento elettrico sicuro e indipenden­te. Le uniche alternativ­e alla strategia energetica sono l’importazio­ne di elettricit­à dall’estero, prodotta in parte con carbone e nucleare, oppure la costruzion­e di una nuova centrale nucleare. Al di là dei problemi di sicurezza e delle scorie, presenti anche con una centrale nuova, non si troverebbe­ro comunque gli investitor­i per finanziarl­a a causa dei suoi costi astronomic­i. La nuova centrale nucleare prevista a Hinkley Point, in Gran Bretagna, necessita ad esempio di sovvenzion­i statali che attualment­e sono stimate a circa 50 miliardi di franchi svizzeri. Il prezzo ripartito sul kWh corrispond­e a un supplement­o di 12 centesimi/kWh. In confronto la strategia energetica prevede un minuscolo supplement­o di al massimo 0,8 centesimi/kWh. L’unica soluzione vantaggios­a per garantire anche in futuro un approvvigi­onamento elettrico indipenden­te è un’uscita progressiv­a dal nucleare e l’ampliament­o della produzione rinnovabil­e. Voterò quindi un chiaro sì il 21 maggio alla nuova legge sull’energia.

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