Per garantire l’approvvigionamento elettrico
Secondo uno studio internazionale vi è il 50% di probabilità che un incidente nucleare come o più grave di quello di Fukushima si ripeta nei prossimi 50100 anni. La domanda non è quindi “se” succederà, ma “dove” e “quando”. La Svizzera, con il parco nucleare più vecchio al mondo e la più alta densità europea di popolazione in un raggio di 50 km attorno alle centrali nucleari, è particolarmente esposta a questo rischio. È quindi importante che le vetuste centrali, già oggi non più redditizie, siano progressivamente disattivate. La nuova legge sull’energia grazie al potenziamento delle energie rinnovabili è il presupposto fondamentale per sostituire progressivamente le vecchie centrali nucleari svizzere e garantire un approvvigionamento elettrico sicuro e indipendente. Le uniche alternative alla strategia energetica sono l’importazione di elettricità dall’estero, prodotta in parte con carbone e nucleare, oppure la costruzione di una nuova centrale nucleare. Al di là dei problemi di sicurezza e delle scorie, presenti anche con una centrale nuova, non si troverebbero comunque gli investitori per finanziarla a causa dei suoi costi astronomici. La nuova centrale nucleare prevista a Hinkley Point, in Gran Bretagna, necessita ad esempio di sovvenzioni statali che attualmente sono stimate a circa 50 miliardi di franchi svizzeri. Il prezzo ripartito sul kWh corrisponde a un supplemento di 12 centesimi/kWh. In confronto la strategia energetica prevede un minuscolo supplemento di al massimo 0,8 centesimi/kWh. L’unica soluzione vantaggiosa per garantire anche in futuro un approvvigionamento elettrico indipendente è un’uscita progressiva dal nucleare e l’ampliamento della produzione rinnovabile. Voterò quindi un chiaro sì il 21 maggio alla nuova legge sull’energia.