Gli effetti dello scandalo Russiagate su Trump
Segue da pagina 7 E ci vorranno diversi mesi prima che i repubblicani al Senato riescano a mettersi d’accordo su una loro proposta di riforma sanitaria. Allora i negoziati sul deficit di budget domineranno il dibattito. Anche perché il tempo stringe, e le sfide delle politiche di riforma fiscale si stanno facendo più evidenti. La Casa Bianca ha già infatti fatto retromarcia sull’idea di una imposta aggiuntiva sulle importazioni, che avrebbe contribuito a finanziare il previsto taglio delle aliquote per le imprese, portandole al 15 o 20 per cento. Mentre alcuni repubblicani stanno mostrando una certa apertura nei confronti di tagli alle tasse, anche se innalzerebbero il deficit, va ricordato che una legge richiede che la politica fiscale sia neutrale sotto il profilo del disavanzo e quindi qualsiasi sforbiciata potrebbe essere temporanea. Inoltre i repubblicani potrebbero dover ridurre sostanzialmente l’ammontare dei tagli alle tasse. Secondo un’analisi del piano fiscale di Trump da parte del Center for a Responsible Federal Budget, questo incrementerebbe il deficit americano di almeno 3’500 miliardi, forse di più. Un’altra analisi recente e a lungo termine, pubblicata dal Congressional Budget Office, ha guardato il debito. Se si aggiungessero 2mila miliardi di dollari al deficit come risultato dei tagli alle imposte e altri programmi di stimolo, ad esempio gli investimenti nelle infrastrutture, questo metterebbe gli Stati Uniti in marcia verso un rapporto debito/Pil del 202% in trent’anni. Con la crisi in cui è sprofondata la presidenza degli Stati Uniti a causa del Russiagate, le prospettive per le iniziative economiche non sono scomparse; tuttavia saranno meno importanti del previsto e slitteranno nel tempo. Per la Casa Bianca sarebbe una strategia intelligente cambiare argomento e spingere immediatamente per i tagli delle tasse. Ma in coerenza e strategia, finora, la Casa Bianca non si è mostrata molto capace.