Gli evangelici: l’insegnamento sia laico
Tutti gli allievi devono poter contare su “gli elementi critici di lettura del fatto religioso nella pluralità delle sue manifestazioni affinché imparino a rispettare le diversità religiose in un orizzonte di pacificazione sociale”. E proprio per questo, il Sinodo della Chiesa evangelica riformata nel Ticino (Cert) si dichiara “criticamente aperto alla proposta di un insegnamento obbligatorio di impostazione non confessionale, di cui lo Stato sia responsabile e garante”. Il modello proposto da Matteo Quadranti (Plr), che suggerisce appunto l’obbligo della storia delle religioni per tutti e un corso opzionale confessionale; lo stesso modello che il governo condivide ma che in questo momento ritiene inapplicabile perché non gode di un ampio consenso. Sul tavolo del parlamento, infatti, c’è anche la proposta Dadò (Ppd) che propone due insegnamenti obbligatori (“laico” e confessionale), ma alternativi uno all’altro. Tornando alla posizione della Chiesa evangelica riformata, questi secondo il Sinodo i criteri in base ai quali va strutturato l’insegnamento religioso: deve essere conforme agli scopi educativi della scuola pubblica; offrire strumenti necessari per la conoscenza del fenomeno religioso nelle diverse forme storiche e, non ultimo, “deve rendere possibile la conoscenza delle diverse espressioni religiose”. E ancora, il Sinodo della Cert “ritiene indispensabile che sia garantita una laicità reale e piena del nuovo insegnamento”. Da qui la necessità di un’ampia consultazione ma anche che “la scelta dei docenti, la loro formazione, la vigilanza didattica, spettino allo Stato”, punto quest’ultimo poco condiviso dalla Diocesi di Lugano.