I poteri forti dominano l’Europa
L’Europa è nelle mani di una manciata di poteri forti. E non stiamo parlando di economia globalizzata e disparità sociali, bensì di un tema assai meno nobile: il calcio. Tutti i principali campionati continentali sono nelle mani di poche società dalle immense possibilità finanziarie che lasciano poco spazio alla concorrenza. Una sorta di dittatura che finisce per impoverire lo spettacolo e la voglia di investire in società destinate a recitare un ruolo marginale. Quanto succede in Italia, Spagna, Germania e Inghilterra si rispecchia nell’assai meno prestigioso campionato della Super League svizzera, dove il Basilea la fa da padrone da otto stagioni, la maggior parte delle volte concluse in modo trionfale con ampio anticipo sull’ultimo turno. Va detto che il campionato svizzero non è l’unico ad essere spesso troppo scontato. In Germania il Bayern si è aggiudicato le ultime cinque edizioni della Bundesliga e 13 delle ultime 19, mentre la Juventus ha fatto suoi 9 campionati su 17 (uno revocato), pur avendo conosciuto la retrocessione in Serie B. In Spagna il Real Madrid è fermo a 6 su 17, ma se aggiungiamo i titoli conquistati dal Barcellona la quota sale a 14 su 17, mentre in Inghilterra 16 titoli su 17 se li sono suddivisi Chelsea (5), Manchester United (7), Arsenal (2) e Manchester City (2), con il Leicester nel ruolo di mosca bianca. Insomma, nel panorama calcistico europeo la salvaguardia della biodiversità non rappresenta certo un tema di discussione. In caso contrario si procederebbe a drastiche riforme, magari impopolari ma di certo efficaci (ad esempio la ripartizione dei diritti tivù in quote egualitarie). Ma se negli altri campionati una certa dose di suspense è stata comunque garantita (la Liga, ad esempio, si è chiusa solo all’ultima giornata, per quanto tra le solite due note), in Svizzera la situazione è davvero preoccupante. perché il perdurare del dominio del Basilea non giova alla crescita di tutto il movimento elvetico. Per diversi motivi: primo, perché il dominio espresso in Super League non trova sbocchi in Champions, dove le prestazioni dei renani sono andate scemando di anno in anno (e la prossima sarà l’ultima edizione con un posto fisso nella fase a gironi); secondo, perché un campionato già deciso ancor prima di giungere a Natale non invoglia certo i possibili investitori ad avvicinarsi a società che possono, ben che vada, aspirare al secondo posto in campionato e percorrere un po’ di strada in Europa League. Una stagnazione che non contribuisce a portare nuovi talenti in Svizzera e che, anzi, facilita l’emigrazione dei giovani svizzeri. Fossimo la Sfl, saremmo preoccupati...