laRegione

Una fotografia più precisa

Secondo la statistica Rifos gli occupati sono saliti a 4,965 milioni di persone

- Di Generoso Chiaradonn­a

Da tempo si fa un gran parlare, soprattutt­o a Sud del San Gottardo, dei dati sulla disoccupaz­ione e della loro validità ai fini della fotografia reale di un fenomeno complesso tanto che ci si è divisi in due ‘partiti’: i seguaci delle cifre diffuse dalla Seco (Segreteria di Stato per l’economia) e quelli adepti dell’Ilo (Organizzaz­ione internazio­nale del lavoro). Da ormai più di 25 anni (dal 1991) l’Ufficio federale di statistica pubblica, prima a cadenza annuale, dal 2010 a cadenza trimestral­e, la rilevazion­e sulle forze di lavoro in Svizzera, meglio conosciuta con l’acronimo di Rifos.

Segue dalla Prima Ebbene, questa statistica ha l’obiettivo di fornire dati sulla struttura della popolazion­e attiva e sul comportame­nto in materia di attività profession­ale. La rigorosa applicazio­ne delle definizion­i internazio­nali permette di confrontar­e i dati nazionali con quelli dei Paesi Ocse o dell’Unione europea. Rispetto all’indagine Ilo ha il pregio di sondare un campione molto ampio: 126mila interviste ogni anno che danno una fotografia la più completa e rigorosa possibile. Si indagano, per esempio, oltre all’attività profession­ale, anche le ragioni dell’inattività (pensione, formazione eccetera) Stando all’ultima rilevazion­e il numero degli occupati in Svizzera è aumentato dello 0,6% nel primo trimestre 2017 rispetto a un anno prima, toccando quota 4,965 milioni. Il numero degli uomini occupati è salito dello 0,7%, quello delle donne dello 0,4%. In termini di equivalent­i a tempo pieno (Etp), l’aumento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente ha raggiunto lo 0,5% (uomini: +0,3%; donne: +0,7%). Stando ai dati dell’Ust il numero di lavoratori stranieri è cresciuto dell’1,4% e quello dei lavoratori svizzeri dello 0,2%. La manodopera estera è aumentata maggiormen­te tra i frontalier­i (permesso G: +3,2%), seguiti dai titolari di un permesso di domicilio (permesso C: +1,7%). In calo, invece, il numero di oc-

cupati con un permesso di dimora (permesso Bo L in Svizzera da dodici mesi o più: -0,4%) e quello dei titolari di un’autorizzaz­ione di breve durata (permesso L, in Svizzera da meno di dodici mesi: -3,6%). Sempre nel primo trimestre 2017 in Svizzera risultavan­o disoccupat­e 256mila persone secondo la definizion­e dell’Organizzaz­ione internazio­nale del lavoro (Ilo), 2mila in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una cifra corrispond­ente al 5,3% della popolazion­e attiva, una percentual­e identica a quella del primo trimestre 2016. Corretto secondo le variazioni stagionali, il tasso di disoccupaz­ione è leggerment­e aumentato rispetto al trimestre precedente (dal 4,8 al 5%), dopo essere diminuito molto lievemente tra il terzo e il quarto trimestre 2016. Il tasso di disoccupaz­ione giovanile (dai 15 ai 24 anni), sempre ai sensi dell’Ilo, è diminuito dall’8,4% al 7,9%. È per contro leggerment­e aumentato nella fascia di età compresa tra i 25 e i 49 anni (dal 5,4 al 5,5%) ed è rimasto stabile in quella tra i 50 e i 64 anni (al 4,2%). Il tasso si è leggerment­e contratto tra gli uomini (dal 5,5 al 5,4%) ed è rimasto invariato tra le donne (al 5,2%). Tra gli svizzeri il tasso di disoccupaz­ione è rimasto fisso al 3,7%, mentre è diminuito tra le persone di nazionalit­à straniera (dal 10 al 9,7%). Da un anno all’altro il numero dei disoccupat­i di lunga durata ai sensi dell’Ilo (un anno o più) si è ridotto da 104mila a 95mila. Rispetto al totale dei disoccupat­i, anche la quota di quelli di lunga durata è diminuita, passando dal 40,2 al 37%. La durata mediana di disoccupaz­ione si è abbreviata da 243 a 189 giorni. Infine, nel primo trimestre i lavoratori a tempo parziale erano 1,694 milioni (+19mila). Di questi, 354mila erano sottoccupa­ti, ovvero avrebbero voluto lavorare di più ed erano disponibil­i a farlo sul breve termine. Il tasso di sottoccupa­zione era del 7,3%, in aumento rispetto a quello dello stesso periodo dell’anno precedente (7%).

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TI-PRESS Qualcuno però rimane nell’ombra

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