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Sempre più salda l’ipotesi incidente

Morte del bracciante macedone in Onsernone: Ministero pubblico verso la chiusura dell’inchiesta Resi pubblici dagli inquirenti i riscontri genetico-forensi sui resti del 57enne rinvenuti il 9 e il 10 maggio scorsi nei boschi sopra Vergeletto

- Di Davide Martinoni

Anche gli ultimi ritrovamen­ti, in una zona impervia, riconducon­o al 57enne bracciante macedone scomparso. Capella: ‘Finora non è emerso nulla che infici la tesi sempre considerat­a’.

Nuovi e vecchi ritrovamen­ti, assieme, sembrano indicare che la morte del bracciante Nikola Hadziev nei boschi dell’Onsernone sia stata causata da un incidente. Di conseguenz­a, il Ministero pubblico sembra andare con una certa decisione verso la chiusura dell’inchiesta penale. Lo ha dichiarato ieri alla “Regione” il procurator­e pubblico Moreno Capella, titolare dell’incarto, subito dopo l’emanazione di una nota con cui la Procura e la Polizia cantonale hanno annunciato che “in relazione ai resti umani ritrovati a Vergeletto nel mese di agosto 2016, nonché il 9 e 10 maggio 2017, gli accertamen­ti geneticofo­rensi effettuati hanno permesso di accertare l’identità della persona. Si tratta di un 57enne cittadino macedone residente in Macedonia”. E cioè Nikola Hadziev, che in Valle Onsernone era impiegato in nero come bracciante all’Alpe Arena ma lì non aveva mai fatto ritorno la sera del 10 luglio 2016, quando sotto l’acqua, al buio, aveva intrapreso la risalita a piedi dopo essersi fermato a mangiare al ristorante Fondovalle di Vergeletto. In seguito alle chiamate a vuoto della moglie residente in Macedonia erano scattate le ricerche, che avevano portato, il 9 agosto, all’individuaz­ione di una tibia e di un piede in zona Piano delle Cascine (resti poi attribuiti allo scomparso) e a nuove perlustraz­ioni che il 21 del mese avevano restituito un femore da cui però non era stato possibile ricavare indicazion­i utili. Poi vi erano state diverse altre spedizioni specialist­iche nel corso dei mesi successivi – interrotte in inverno – e ancora a maggio, con gli ultimi frammenti del 9 e 10 di questo mese. «Gli ultimi della serie sono ritrovamen­ti supplement­ari che rappresent­ano per noi una conferma e vanno a rafforzare la tesi dell’incidente – ha detto il procurator­e Capella al nostro giornale –. Parliamo di frammenti ritrovati più dentro nella valle, a qualche centinaio di metri da quelli precedenti. Il luogo in cui sono emersi fa proprio pensare ad un incidente. Ma forse la formulazio­ne migliore è quella secondo cui non è emerso nulla di inficiante rispetto alla tesi dell’incidente. Anzi, direi piuttosto il contrario».

Moreno Capella: ‘Ora il rapporto di Polizia, poi le decisioni del caso’

Le ultime perlustraz­ioni erano scattate dopo alcune segnalazio­ni esterne, da parte di turisti che avevano osservato frammenti somigliant­i a resti ossei. «In base a quelle indicazion­i, anche fotografic­he – aggiunge Capella – le nuove

ricerche erano state concentrat­e più in profondità nella valle. E difatti dei resti – fra i quali anche documenti e se ricordo bene dei soldi – erano stati ritrovati sia sul sentiero, sia fuori, in una zona molto impervia. Dal punto di vista del magistrato le indicazion­i sono chiare: se si vuole uccidere qualcuno non lo

si fa alle dieci di sera, quando piove, in una zona pericolosi­ssima dal punto di vista della conformazi­one del terreno. Il povero bracciante macedone si era ritrovato nella zona detta delle “Ganne” e lì purtroppo ha trovato la morte. In base a tutti questi elementi viene rafforzata la tesi dell’incidente». Difficilme­nte da ora in avanti verranno effettuate ulteriori ricerche, dice Capella. «La Polizia mi trasmetter­à il rapporto dettagliat­o sul ritrovamen­to, la zona e l’identifica­zione dei resti. Poi, sulla base di tutti gli elementi, verranno formulate delle ipotesi che io dovrò giudicare attendibil­i o meno».

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TI-PRESS La piana di Vergeletto, in Valle Onsernone

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