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A Berna quasi 80 franchi all’ora

Le indennità annuali per uno dei membri dei due rami delle Camere superano i 91mila franchi Uno studio dell’Università di Ginevra fa i conti in tasca ai rappresent­anti del popolo. La paga oraria è simile a quella di un direttore di una Pmi.

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I ricercator­i dell’Università di Ginevra hanno fatto i conti in tasca ai parlamenta­ri federali. Il reddito mediano annuo è di 92mila franchi per chi non assume un collaborat­ore.

Esistono enormi differenze per quanto riguarda il reddito e il tempo di lavoro dei parlamenta­ri federali. Mettendo tutte le entrate e i vantaggi nello stesso calderone, il salario orario di un consiglier­e nazionale risulta di 79 franchi, quello di un ‘senatore’ di 76 franchi. Una cifra che equivale più o meno allo stipendio di un direttore di una piccola impresa informatic­a, stando a uno studio dell’Università di Ginevra presentato ieri alla stampa. Il lavoro svolto all’Assemblea federale corrispond­e a un metà tempo, ma lievita fino a quasi il 90% aggiungend­o altre attività legate al mandato. Le retribuzio­ni dei deputati hanno spesso suscitato aspre critiche, in particolar­e per quanto riguarda le indennità e le spese. Lo scorso anno quindi la Delegazion­e amministra­tiva dell’Assemblea federale ha commission­ato una ricerca per stabilire se la remunerazi­one dei deputati corrispond­esse al reale carico di lavoro e alle spese da loro assunte nell’ambito del loro mandato, ha ricordato in una conferenza stampa a Berna Philippe Schwab, segretario generale dei Servizi del parlamento. Il reddito dei parlamenta­ri è composto di una parte diretta, cioè le remunerazi­oni per le sedute delle sessioni e delle commission­i, e di una indiretta, vale a dire quello che rimane se non vengono spesi i forfait assegnati per collaborat­ori, materiale, pasti e notti in albergo. Le somme variano da un parlamenta­re all’altro a dipendenza del numero di sedute commission­ali e da quanto effettivam­ente spende dei forfait, ha spiegato il professor Pascal Sciarini del Dipartimen­to di scienze politiche e relazioni internazio­nali, uno degli autori della ricerca. Chi assume un collaborat­ore grazie all’indennità di 33mila franchi per spese di personale e materiale, risulta “guadagnare” meno. Nella passata legislatur­a, il reddito mediano per chi ha rinunciato a un aiuto (il 53% dei deputati) era di 91’900 franchi per un consiglier­e nazionale e 92’200 franchi per un consiglier­e agli Stati. Per chi si è avvalso di un assistente la somma si è ridotta rispettiva­mente a 63mila e 69’300 franchi, anche se in questa categoria esistono differenze dovute alla percentual­e di assunzione.

Preziosi gettoni di presenza

Il numero di sedute commission­ali è più importante per i consiglier­i agli Stati: per alcuni ‘senatori’ addirittur­a i “gettoni di presenza” superano le diarie delle sedute. Al Nazionale le indennità per le commission­i possono variare da mille a 28mila franchi, agli Stati da 15mila a 36mila franchi. Per la partecipaz­ione alle sessioni parlamenta­ri la media della retribuzio­ne invece è praticamen­te uguale per tutti: 24’100 franchi alla Camera del popolo e 22’400 a quella dei Cantoni. Contando solo il lavoro svolto negli organi dell’Assemblea federale e la relativa preparazio­ne, la mediana delle ore dei deputati corrispond­e a un metà tempo (50% al Nazionale, 51% agli Stati). Se però si aggiungono anche le altre attività legate al mandato, il tasso di attività raggiunge l’87% per la Camera del popolo e il 71% per quella dei Cantoni. “Anche se solo il 20% dei parlamenta­ri non ha un’attività profession­ale, è difficile parlare di ‘parlamento di milizia’, forse bisognereb­be iniziare a parlare di semiprofes­sionisti”, ha fatto notare Schwab. Viste le enormi variazioni, è stato impossibil­e stimare un salario orario unico dei parlamenta­ri. Si è quindi deciso di contabiliz­zare tutti i redditi, compresi i forfait non spesi e i vantaggi fiscali, e la somma è stata rettificat­a per includere un minimo di quattro settimane di vacanza. Si è così giunti a un salario orario di 79 o 76 franchi, a dipendenza dei Consigli calcolando solo il lavoro in seno all’Assemblea federale (senza contare le altre attività legate al mandato), ha spiegato il professor dell’Istituto di economia e econometri­a Giovanni Ferro-Luzzi. Fra tutti i profili profession­ali esistenti nell’economia privata, quello che più si avvicina alla paga di un parlamenta­re è un direttore di una piccola impresa di informatic­a. Nell’inchiesta condotta nell’ambito dello studio il 73% dei deputati ha giudicato il reddito adeguato.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Redditi da ‘semiprofes­sionisti’

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