Il convento passa in mano lombarda
Bigorio ‘in mani’ lombarde. Preoccupazioni per la Madonna del Sasso di Locarno Se da un lato si avverte un certo rifiorire del sentimento religioso, gestire le antiche strutture religiose diventa sempre più oneroso, non solo in termini finanziari ma sopra
Padre Michele Ravetta, nuovo guardiano del Convento di Santa Maria al Bigorio, l’ha definita «una nuova sfida». Confrontata come molti ordini religiosi con il calo delle vocazioni, la struttura capriaschese cambia marcia e ritorna alle origini lombarde. «Dopo essere stata accorpata alla Provincia svizzera dei frati cappuccini per alcuni decenni – ha spiegato il nuovo corso il custode – la regione di lingua italiana si apre ora a una nuova sfida. Il Capitolo dei cappuccini svizzeri, riunitosi a Saint-Maurice, in Vallese, ha concesso a noi ticinesi di poter intavolare la richiesta di affiliazione alla Provincia di San Carlo in Lombardia». Ciò consentirà, attraverso una forma di accorpamento definita nei termini canonici di Custodia, di ‘attingere’ a nuove presenze: «Questa realtà – sono le parole di padre Michele – ci permetterà di avere, oltre ai quattro confratelli italiani già presenti e operanti ai conventi della Madonna del Sasso e di Bellinzona, la possibilità concreta di avere nuove forze in campo e sicuramente una sinergia con una Provincia religiosa forte, con oltre 300 frati». Un momento, dunque, delicato per il futuro dei seguaci di san Francesco, presenti in Svizzera dal 1230, quando sorsero i conventi di Lugano e Locarno. Madonna del Sasso che avverte i segni del tempo: «Dobbiamo capire cosa farne – non ha nascosto le preoccupazioni fra’ Michele –. Se non avremo rinforzi, vi lascio immaginare... Come diverso può essere il discorso per il Convento dei Cappuccini di Lugano che resta nostro e che nulla ci vieta un giorno di riaprire».
Un calendario per ridere e riflettere
Con il passaggio ‘in mani’ lombarde, dunque, il convento capriaschese può tirare una boccata d’ossigeno, forte – come ha illustrato ieri nel corso della conferenza stampa fra’ Roberto Pasotti, ‘anima’ del Bigorio per cinque decenni e oggi direttore della casa e coordinatore delle attività culturali e dei corsi –. Forte del suo ruolo di luogo del ‘silentium’ e di meditazione – ha rivelato il frate – abbiamo ospitato lo scorso anno 93 gruppi per un totale di 1’461 partecipanti, con una media di 16 persone per gruppo. Pur avendo questa affluenza – non ha mancato di esporre le criticità – le spese di manutenzione e per il personale (i dipendenti sono sei, ndr) non vengono sufficientemente coperte e, per questa ragione, l’Associazione Amici del Bigorio, con il suo contributo annuale (40mila franchi), è molto importante. Ciò ci dà speranza e coraggio nel continuare». ‘Buon vento’ espresso anche dal presidente dell’associazione, Bruno Lepori: «Non si fatica a raccogliere fondi. Il convento ‘tira’ ed è riconosciuto non solo dai capriaschesi ma da tutto il Ticino». Un edificio di pregio che necessita continui investimenti e lavori di manutenzione senza sosta, ultimi, in atto, quelli di rifacimento delle finestre del secondo piano e dei bagni esterni. Forte però delle sue proposte culturali, dirette dalla responsabile della commissione preposta Gemma Fumasoli, il convento resta un punto centrale di incontro e di scambio, per l’intero cantone, nel variegato mondo dell’arte, dalle mostre ai concerti alle conferenze. Non solo, quindi, sofferenza e crocefissi, il Bigorio vuole anche «far sorridere e riflettere» come ha sottolineato il segretario Edo Bobbià: «Dovete sapere che da tanti anni è tradizione del convento offrire ai propri sostenitori un calendario murale. Ebbene questo calendario, pur nell’era tecnologica e informatizzata, ci viene richiesto con grande determinazione. Lo stamperemo anche nel 2018 ma con una novità decisamente importante. Non contemplerà più immagini sacre ma una serie di 12 vignette firmate da Lulo Tognola. Spunto dei suoi disegni la misticità dei fioretti di san Francesco. L’autore ci ha confidato che questi fioretti, così lontani nel tempo, restano d’attualità».