‘Non urgenza, ma provvisorietà’
Caso Argo 1, sentito il capo dell’Ussi Scheurer. Farinelli: il focus era quello dell’operatività Nel settore dell’asilo ‘si doveva gestire una situazione, senza sapere che cosa sarebbe successo di lì a un mese. E la si è gestita’. Ma i perché rimangono.
«Il nostro scopo non è quello di trasformare un topo in un elefante». E nemmeno quello, proseguendo nel solco della metafora del presidente della Sottocommissione parlamentare ‘Vigilanza’ Alex Farinelli (Plr ), di trasformare un elefante in un topo. Dato per assodato che nel caso Argo 1 il Dipartimento sanità e socialità (Dss) di Paolo Beltraminelli ha infranto la procedura per l’assegnazione dei mandati diretti e non ha rispettato per tre anni la Legge sulle commesse pubbliche, lo scopo della sottocommissione è infatti quello di rispondere ai ‘perché’. Perché si è scelta quell’agenzia che contava solo tre agenti nel luglio del 2014, perché e chi dovrebbe assumersi la responsabilità politica di tale scelta e perché non si è messa in regola una situazione di ‘urgenza’ protrattasi per tre anni. «Emergenza – ha precisato ieri a tal proposito Farinelli – è forse la parola sbagliata». Meglio parlare di «grande provvisorietà» nella quale si sono trovati costretti a lavorare i collaboratori del Dss. Ivi compreso Renato Scheurer, capo dell’Ufficio sostegno sociale e inserimento (Ussi) esautorato dopo lo scoppio dello scandalo dalle competenze relative al settore dell’asilo e sentito ieri dai commissari. «Si è assunto le proprie responsabilità e ha motivato le sue scelte». Sostenendo in sostanza che nella gestione degli asilanti «il focus – ha spiegato Farinelli – era incentrato sull’operatività». Anche se «non sapevano che cosa sarebbe successo da un mese all’altro», i collaboratori dell’Ussi dovevano infatti «gestire una situazione e – ha rilevato Farinelli – l’hanno gestita». Scivolando però sul rispetto di procedure e normative con l’ingaggio e le conferme della Argo 1. Si era controllato che le carte dell’agenzia, che ha incassato oltre tre milioni, fossero in regola? Stando a quanto emerso nel confronto con Scheurer, un confronto durato oltre due ore, «sarebbero state controllate». E anche se si esclude «un dolo», se ne saprà di più quando il Controllo cantonale delle finanze, il cui direttore Giovanni Cavallero è pure stato sentito ieri, fornirà la copia del documento con il quale la Argo 1 si era offerta al Cantone. «Ci si è assunti un rischio prendendo una ditta appena creata. Dovremo capire – chiosa il granconsigliere – se tale rischio è stato sottovalutato». Insomma, gli approfondimenti vanno avanti. Poi si farà il punto con Beltraminelli e si tireranno le conclusioni in un rapporto da discutere in Gran Consiglio. Conclusioni che saranno anche politiche? Probabile. L’importante, ha sottolineato Farinelli, sarà tirare le somme «con la consapevolezza che si è andati fino in fondo». E allora forse si capirà, se si ha a che fare con un topo o con un elefante.