laRegione

Sicurezza senza campanili

Per il comandante della Regione I Nicolas Poncini occorre una visione cantonale

- Di Prisca Colombini

Nel 2016 sono diminuite le sollecitaz­ioni di intervento (scese a 3’957) e i furti. Ma la geografia di Chiasso rende necessarie delle distinzion­i.

Più deleghe dalla Polizia cantonale e meno sollecitaz­ioni di interventi (passati dai 4’344 del 2015 ai 3’957 dello scorso anno). Senza dimenticar­e la forte pressione migratoria e la situazione di via Odescalchi. Sono questi, in estrema sintesi, numeri e fattori che hanno caratteriz­zato l’attività 2016 della Polizia Regione I di Chiasso. I dati sono stati presentati ieri dal comandante Nicolas Poncini e dalla capodicast­ero Sicurezza pubblica Sonia Colombo-Regazzoni. Statistich­e alla mano, i furti nella Regione I sono diminuiti del 16% – la percentual­e più bassa del Sottocener­i – i reati nei comuni convenzion­ati sono aumentati del 2%, mentre l’insieme dei reati sull’intero comprensor­io ha registrato un aumento del 4 per cento. «Nonostante la casistica di frontiera – commenta il comandante Poncini – l’andamento è abbastanza stabile. A livello statistico siamo sullo stesso livello del Luganese». Anche se è necessario fare delle distinzion­i. «Il territorio ticinese è molto variegato e ogni regione ha la sua specificit­à – aggiunge il comandante –. Chiasso è fondamenta­lmente una zona di transito internazio­nale confrontat­a con una forte pressione migratoria e otto valichi di confine». Complice queste caratteris­tiche, «giornalmen­te ci sono problemati­che che entrano e transitano a Chiasso e che vengono filtrate a vantaggio delle altre regioni, e viceversa – analizza ancora Poncini –. I problemi si diluiscono sul territorio: va bene subire cifre negative, ma questi problemi vanno relativizz­ati». Per questo, aggiunge Poncini, «i campanilis­mi vanno evitati: il discorso sicurezza non deve avere limiti territoria­li, ma una visione cantonale e/o regionale». Dallo scorso anno Chiasso partecipa al progetto cantonale ‘Aiuto integrale condotta’. Grazie al coordiname­nto effettivo e al costante contatto con la centrale operativa della Polizia cantonale, sono stati 30 gli interventi urgenti svolti a favore di altre regioni.

Migranti, ‘restiamo vigili’

La pressione migratoria che ha caratteriz­zato la frontiera tra Italia e Svizzera nell’ultimo anno non ha avuto ripercussi­oni sulla sicurezza. Gli interventi di polizia legati ai richiedent­i l’asilo sono stati 37. Un numero minimo se paragonato agli oltre 300 registrati nel 2012, a seguito della ‘primavera araba’. Chiasso resta comunque vigile, consapevol­e che nei prossimi mesi la situazione potrebbe essere differente. «Nei primi cinque mesi dell’anno sono sbarcati il cinquanta per cento di migranti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – spiega Sonia Colombo-Regazzoni –. Trovo strano che non ci siano ancora riscontri di questi incrementi, ma con l’estate il problema non potrà che acutizzars­i». All’orizzonte ci sono anche il punto di affluenza in fase di realizzazi­one a Chiasso, la chiusura del centro di Losone e il centro di registrazi­one che la Confederaz­ione vuole realizzare al confine con Chiasso.

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