Contrapposizione di stili
Di fronte domani nella finale di Coppa due società faro del panorama nazionale. Con storie e percorsi molto diversi.
Finale migliore, la Coppa Svizzera non potrebbe desiderare, in coda a una stagione che ha riservato non poche delusioni: i verdetti fin troppo anticipati, il calo degli spettatori, i percorsi troppo brevi delle compagini impegnate in Europa. Di che ridestare un po’ di quell’interesse inevitabilmente venuto meno, proprio per effetto dei motivi testé elencati. Una di fronte all’altra, due squadre e due società dal forte richiamo, dall’appeal notevole in tifosi e appassionati, seppur per motivi molto diversi. Da una parte, la superpotenza del calcio svizzero, la squadra che vince, anzi domina, e guarda tutti dall’alto in basso con una superiorità destinata a durare nel tempo; nell’altro campo la regina di Coppa, un club nel quale si identifica un’intera regione, una realtà con radici molto profonde nel territorio di cui è punto di riferimento, pur dovendo fare i conti con risultati non all’altezza della passione della sua gente. Non in Coppa, però. In quello specifico ambito il Sion è una squadra forte di tredici trofei vinti in altrettante finali. Tradotto: se va in finale, vince. A ulteriore riprova di tale assioma, ecco l’edizione del 2015, che vide il trionfo del club di Constantin (3-0) proprio in casa dei campioni svizzeri, costretti a subire un’umiliazione difficile da prevedere. Ansiosi, di riflesso, di lavare l’onta dall’alto di una leadership che vorrebbero fare valere anche nell’altra competizione, quella che un tempo si chiamava “trofeo Sandoz”. E che storicamente sorride un po’ meno ai renani.
Imprevedibilità vallesana contro costanza e programmazione renane
Di fronte, domani a Ginevra, due realtà sportive – oltre che geografiche – contrastanti. Il Basilea dominante, società di punta di una Svizzera tedesca che regala alla Super League sette rappresentanti; il Sion, esponente superstite (con il Losanna) di un calcio romando che sta lavorando al proprio rilancio, ma partendo dalla Challenge League (grazie agli evidenti progressi di
Servette e Neuchâtel Xamax). Il Basilea, fresco di passaggio di proprietà, ha una stabilità che ne favorisce i successi. Una razionalità a livello di gestione che si riflette in programmi vincenti a lungo termine. Il Sion replica con la follia del suo patron Christian Constantin, genio e sregolatezza che tutto sommato fa divertire. Un istrione che pungola le emozioni, in un contesto altrimenti un po’ scialbo, che si distingue per i continui avvicendamenti in panchina. Un dato su tutti: i vallesani hanno vinto 13 Coppe con 11 allenatori diversi, anche se solo sette sono quelli targati
Constantin (dal 1992 al 1997, e dopo il 2003).
Mister che va, mister che viene
Un’instabilità di fondo – peraltro con solide basi finanziarie, va detto – che si riflette anche in campo, dove a decidere sono per lo più spunti individuali e fiammate estemporanee, quasi mai un progetto costruito e “difeso” a oltranza. In contrapposizione una volta di più con la costanza del Basilea, rullo compressore che raramente sbaglia un colpo. Diverso anche il profilo dei due tecnici. Urs Fischer la Coppa l’ha vinta, ma con lo Zurigo, nel 2000. Sébastien Fournier l’ha conquistata tre volte, da giocatore ( nel 1995 e 1996, poi nel 2001 con il Servette). Per Fischer Ginevra rappresenta la fine di un percorso lungo il quale ha già perso tre finali. Per l’ex rossocrociato un successo potrebbe segnare l’inizio di un rapporto fondato al momento sul precariato (è in carica a interim). Riportare al Tourbillon la Coppa numero 14 varrebbe una bella porzione di gloria e, soprattutto, la conferma su una panchina che però stabile non è mai stata, parrebbe superfluo ricordarlo. Infine, i precedenti. Le statistiche dicono Basilea, che in questa stagione ha vinto tre dei quattro scontri diretti (l’ultimo è finito in parità, per effetto di una rete vallesana al 96’). Dal ritorno del Sion in Super League di 11 anni fa, i renani hanno perso solo 4 dei 44 confronti disputati. Tuttavia la storia recente ricorda che il Sion in Coppa due anni fa si è tolto la sua bella soddisfazione. Al St. Jakob Park, per di più. Con quel 3-0 che ne rilancia le quotazioni in vista di un duello finale che promette tanto. Con due rivali in campo che più diversi non è possibile.