Salvo nonostante l’intestino
Ma è possibile perdere un Giro d’Italia in quanto costretti ad andare a dar concime ai prati? È quello che Tom Dumoulin ha rischiato di doversi chiedere dopo il clamoroso esito della frazione più dura della corsa rosa, la Rovetta-Bormio, 222 km conditi da Mortirolo, Stelvio e Umbrail e che ha regalato all’Italia il primo successo di tappa grazie a Vincenzo Nibali. Ai piedi dell’Umbrail, l’olandese è stato costretto a fermarsi per un’impellente necessità intestinale. Il gruppo dei migliori non lo ha atteso e lui è ripartito con 1’40” di ritardo. Costretto a sciropparsi i 13 km di ascesa tutti in solitaria, Dumoulin ha riportato lo svantaggio sotto il minuto, ma quando davanti Nibali ha piazzato un paio di accelerazioni (alle quali ha risposto senza grossi problemi Quintana, con Zakarin e Pozzovivo, gli ultimi due staccatisi prima dello scollinamento), l’olandese ha iniziato a perdere ed è transitato in cima all’Umbrail con 2’20” su Nibali. Il siciliano, proprio come uno squalo, in discesa si è riportato su Mikel Landa, ultimo superstite della fuga di giornata, e con lui è giunto fino al traguardo di Bormio, con Quintana staccato di 12”. Alla fine Dumoulin ha chiuso a 2’18”, ha salvato la maglia rosa, ha mostrato grandissimo carattere e gambe all’altezza dei migliori, ma ha comunque scialacquato gran parte del suo vantaggio in una sola giornata. Tra gli sconfitti dell’Umbrail, anche Thibaut Pinot, staccato dalla seconda accelerazione di Nibali e giunto a Bormio 1’34” dopo l’italiano. Oggi altro piatto dolomitico tra Tirano e Canazei, con Aprica, Tonale e Giovo. Niente a che vedere con la tappa di ieri, in attesa della frazione di giovedì (Pordoi, Valparola, Gardena, Pinei e Pontives). Il Giro è lungi dall’aver scritto la parola “fine”.