Nel nome di Cassis
Un solo candidato ticinese al Consiglio federale. ‘Favoriamo chi ha più chance’
Dopo Burkhalter, lanciato il deputato del Nazionale. Ma la strategia del Plrt di Caprara non convince tutti
È uno solo «il candidato con le qualità e il profilo migliori». Nessun dubbio per il presidente del Plrt Bixio Caprara: dal Ticino va proposto un unico nome per il Consiglio federale, favorendo così «chi ha più chance». Favorendo così Ignazio Cassis, il capogruppo liberale radicale a Berna «che rispetta perfettamente» quanto va cercando il partito nazionale per il dopo Burkhalter. Perciò nella conferenza stampa di ieri Caprara e il ‘suo’ Ufficio presidenziale hanno lanciato la corsa in solitaria di Cassis, stracciando al contempo un eventuale ticket nel quale sarebbero forse entrati l’ex consigliera di Stato Laura Sadis o l’attuale direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. Stracciandolo quasi definitivamente: l’ultima parola spetterà infatti al Comitato cantonale liberale radicale convocato per il Primo d’agosto. Quel ticket, ha in ogni caso avvertito il presidente del Plrt, «favorirebbe la dispersione di forze» e alcuni «interessi contrapposti» a Palazzo federale. Qualcuno potrebbe infatti leggervi «un segnale di debolezza», «farne una questione di genere» o sfruttare l’occasione per «indebolire qualsiasi candidatura», facendo affiorare «contrapposizioni interne al Ticino». Oppure tale ticket potrebbe aiutare chi intende «sostenere una persona meno quotata nel gruppo parlamentare per far piacere al plenum» o chi mira a «mettere in contrapposizioni Ticino e Romandia, per favorire la Svizzera dell’Est». Se a tali considerazioni si aggiunge poi il fatto che verosimilmente «il gruppo parlamentare presenterà all’Assemblea federale sì un ticket, ma con un rappresentante della Svizzera italiana e uno romando», per il presidente del Plrt è «preferibile concentrarsi su una candidatura» rossoblù. Una decisione «presa con scienza e coscienza». Eppure nelle ultime settimane il nome di Cassis ha fatto storcere il naso. Al presidente del Ps nazionale Christian Levrat, per esempio, che ha accusato di “dilettantismo” il Plrt. Secca ieri la replica di Caprara: «Prima di dire che cosa fare agli altri, Levrat guardi in casa propria», dato che «non ha mosso un dito» quando si sarebbe potuta candidare la ticinese Marina Carobbio al governo. Tolto il sassolino dalla scarpa, ringraziato Sadis e Vitta «per aver condiviso questa scelta», il presidente del Plrt potrà dunque «andare in vacanza tranquillo». Non tutti però la pensano così. «Avrei preferito – dichiara alla ‘Regione’ il granconsigliere Plr Andrea Giudici – che l’Ufficio presidenziale proponesse al Comitato cantonale almeno due nomi. Perciò vedremo che cosa succederà il Primo d’agosto: se verrà confermata la linea dell’Up o se si propenderà per presentare due profili al partito nazionale». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Marcello Censi, che su ‘Facebook’ scrive: “Avrei optato per un ticket da sottoporre al Comitato cantonale”, lasciando al partito nazionale la scelta “tra i due ticinesi”. Critica sui social pure la presidente del Plr di Lugano Giovanna Viscardi: “Ne avrei mandati tre (e non solo il candidato più forte) al partito nazionale”. Ai microfoni della Rsi, il presidente della sezione Plr ginevrina Alexandre de Senarclens ha dal canto suo dichiarato che “l’interesse per una candidatura ginevrina c’è e che vi sono personalità di grande valore”. Come il consigliere nazionale e vicepresidente del partito nazionale Christian Lüscher e il consigliere di Stato Pierre Maudet. Secondo de Senarclens, è opportuno che l’Assemblea federale “scelga fra due candidati”. La o le candidature ginevrine verranno presentate agli inizi di agosto. Analoghe le intenzioni nel Canton Vaud: stando alla Rsi, il presidente della sezione cantonale Frédéric Borloz giudica rischiosa la scelta del Plr ticinese di presentare un’unica candidatura. Per la vice di Borloz, Florence Gross, la strategia vodese “è tutta da decidere, ma è legittimo pensarci”. Senza fretta.