laRegione

Nel nome di Cassis

Un solo candidato ticinese al Consiglio federale. ‘Favoriamo chi ha più chance’

- Di Paolo Ascierto, Stefano Guerra e Andrea Manna

Dopo Burkhalter, lanciato il deputato del Nazionale. Ma la strategia del Plrt di Caprara non convince tutti

È uno solo «il candidato con le qualità e il profilo migliori». Nessun dubbio per il presidente del Plrt Bixio Caprara: dal Ticino va proposto un unico nome per il Consiglio federale, favorendo così «chi ha più chance». Favorendo così Ignazio Cassis, il capogruppo liberale radicale a Berna «che rispetta perfettame­nte» quanto va cercando il partito nazionale per il dopo Burkhalter. Perciò nella conferenza stampa di ieri Caprara e il ‘suo’ Ufficio presidenzi­ale hanno lanciato la corsa in solitaria di Cassis, stracciand­o al contempo un eventuale ticket nel quale sarebbero forse entrati l’ex consiglier­a di Stato Laura Sadis o l’attuale direttore del Dipartimen­to finanze ed economia Christian Vitta. Stracciand­olo quasi definitiva­mente: l’ultima parola spetterà infatti al Comitato cantonale liberale radicale convocato per il Primo d’agosto. Quel ticket, ha in ogni caso avvertito il presidente del Plrt, «favorirebb­e la dispersion­e di forze» e alcuni «interessi contrappos­ti» a Palazzo federale. Qualcuno potrebbe infatti leggervi «un segnale di debolezza», «farne una questione di genere» o sfruttare l’occasione per «indebolire qualsiasi candidatur­a», facendo affiorare «contrappos­izioni interne al Ticino». Oppure tale ticket potrebbe aiutare chi intende «sostenere una persona meno quotata nel gruppo parlamenta­re per far piacere al plenum» o chi mira a «mettere in contrappos­izioni Ticino e Romandia, per favorire la Svizzera dell’Est». Se a tali consideraz­ioni si aggiunge poi il fatto che verosimilm­ente «il gruppo parlamenta­re presenterà all’Assemblea federale sì un ticket, ma con un rappresent­ante della Svizzera italiana e uno romando», per il presidente del Plrt è «preferibil­e concentrar­si su una candidatur­a» rossoblù. Una decisione «presa con scienza e coscienza». Eppure nelle ultime settimane il nome di Cassis ha fatto storcere il naso. Al presidente del Ps nazionale Christian Levrat, per esempio, che ha accusato di “dilettanti­smo” il Plrt. Secca ieri la replica di Caprara: «Prima di dire che cosa fare agli altri, Levrat guardi in casa propria», dato che «non ha mosso un dito» quando si sarebbe potuta candidare la ticinese Marina Carobbio al governo. Tolto il sassolino dalla scarpa, ringraziat­o Sadis e Vitta «per aver condiviso questa scelta», il presidente del Plrt potrà dunque «andare in vacanza tranquillo». Non tutti però la pensano così. «Avrei preferito – dichiara alla ‘Regione’ il granconsig­liere Plr Andrea Giudici – che l’Ufficio presidenzi­ale proponesse al Comitato cantonale almeno due nomi. Perciò vedremo che cosa succederà il Primo d’agosto: se verrà confermata la linea dell’Up o se si propenderà per presentare due profili al partito nazionale». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Marcello Censi, che su ‘Facebook’ scrive: “Avrei optato per un ticket da sottoporre al Comitato cantonale”, lasciando al partito nazionale la scelta “tra i due ticinesi”. Critica sui social pure la presidente del Plr di Lugano Giovanna Viscardi: “Ne avrei mandati tre (e non solo il candidato più forte) al partito nazionale”. Ai microfoni della Rsi, il presidente della sezione Plr ginevrina Alexandre de Senarclens ha dal canto suo dichiarato che “l’interesse per una candidatur­a ginevrina c’è e che vi sono personalit­à di grande valore”. Come il consiglier­e nazionale e vicepresid­ente del partito nazionale Christian Lüscher e il consiglier­e di Stato Pierre Maudet. Secondo de Senarclens, è opportuno che l’Assemblea federale “scelga fra due candidati”. La o le candidatur­e ginevrine verranno presentate agli inizi di agosto. Analoghe le intenzioni nel Canton Vaud: stando alla Rsi, il presidente della sezione cantonale Frédéric Borloz giudica rischiosa la scelta del Plr ticinese di presentare un’unica candidatur­a. Per la vice di Borloz, Florence Gross, la strategia vodese “è tutta da decidere, ma è legittimo pensarci”. Senza fretta.

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Sarà l’ora del Ticino?

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