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In Ticino gli altri partiti bocciano la strategia di Caprara. Tranne l’Udc

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Puntare su un solo candidato? Un errore, dicono in Ticino, contattati dalla ‘Regione’, gli altri partiti (quasi tutti gli altri). Che bocciano quindi la strategia del Partito liberale radicale ticinese, perlomeno dei suoi vertici. «La decisione spetta ovviamente al Plrt, ma secondo noi ci voleva un ticket – afferma il presidente del Ppd Fiorenzo Dadò –. Avremmo allora visto volentieri Christian Vitta con Cassis. Presentars­i a Berna con un unico candidato è rischioso: una seconda candidatur­a permette invece ai deputati federali di fare comunque una scelta. Quella di Cassis è una candidatur­a che ha una sua logica essendo lui capogruppo a livello federale, tuttavia non fa l’unanimità. In Ticino e soprattutt­o a Berna, dove potrebbe essere vista come un’imposizion­e. Insomma, non so se questa sia la strategia giusta». Lapidario il coordinato­re della Lega Attilio Bignasca: «Una scelta suicida. Se prima avevamo un cinquanta per cento di possibilit­à di avere un ticinese in Consiglio federale, ora siamo a venticinqu­e. I candidati doveva sceglierli il Comitato cantonale, non un consesso ristretto di persone. Cassis è ambizioso, mi chiedo però, al di fuori del proprio gruppo parlamenta­re, dove possa andare a trovare il necessario sostegno per una sua elezione». Secondo il presidente del Ps Igor Righini, l’Ufficio presidenzi­ale del Plrt «ha optato per la linea dura e ha così deciso di presentare un solo candidato, che è comunque di destra, di quell’area neoliberis­ta che sta dominando all’interno del Plr». I vertici del partito «hanno forzato la mano per impedire che nella corsa potesse spuntarla una o un radicale. Resta da vedere se questo gioco sia pagante, perché apre anche il fronte per un’ipotetica candidatur­a radicale femminile della Svizzera romanda, che potrebbe erodere consensi a Cassis». Delusa la granconsig­liera e già coordinatr­ice dei Verdi Michela Delcò Petralli: «Peccato, il Ticino sta perdendo l’opportunit­à di avere nel governo federale un proprio rappresent­ante. Ero a pranzo con un collega avvocato di Ginevra e mi ha detto che a questo punto la Svizzera romanda ha più chance. Il Plrt avrebbe dovuto proporre due o tre nomi. A Berna, oltretutto, Cassis non è visto di buon occhio da tutti». Ergo: «Il Plrt si sta facendo male da solo e il Ticino rischia di rimanere ancora una volta fuori dal Consiglio federale». Unica voce fuori dal coro quella del presidente dell’Udc Piero Marchesi: «Se vai a Berna con due o più nomi si dà agli altri la possibilit­à di speculare e di farti ‘fuori’ i candidati. Cassis può piacere o meno, ma ha una certa esperienza sui dossier federali. Occorre però che il Plrt sia compatto, altrimenti siamo già morti in partenza». Tradotto: niente seggio in Consiglio federale per un rappresent­ante della Svizzera italiana.

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TI-PRESS Poco entusiasmo

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