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‘Porte aperte per Moret’. ‘Scelta giusta: con lui il cantone può rientrare in Consiglio federale’

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Nel quartier generale del Plrt si celebra l’evento politico di questa afosa estate ticinese. Che però non interessa solo il Ticino. Data la posta in gioco, riguarda tutta la Svizzera. Lo conferma del resto la presenza a Camorino anche di tanti giornalist­i di testate d’Oltralpe. Un’ora abbondante di conferenza stampa durante la quale l’Ufficio presidenzi­ale della sezione cantonale del partito motiva la scelta di Cassis e di una sola candidatur­a. «Posso assicurare che in Svizzera romanda la scelta dei vertici Plrt di puntare su una candidatur­a unica è considerat­a un autogol politico – sottolinea Nicole Della Pietra, corrispond­ente della Rts –. La candidatur­a anche di Laura Sadis avrebbe potenzialm­ente bloccato la strada alla vodese Isabelle Moret, che in questi ultimi anni ha dimostrato un notevole spessore politico. Oggi per lei le porte si sono riaperte». Secondo Gerhard Lob, la strategia del Partito liberale radicale ticinese è invece quella giusta, stando «a quello che sento oltre Gottardo». Ad ogni modo «credo che Cassis, attuale capogruppo a livello federale, sia oggettivam­ente il candidato con le maggiori possibilit­à di essere eletto». Sulla stessa lunghezza d’onda Ruedi Studer, corrispond­ente da Palazzo federale per il ‘Blick’: «La pretesa del Ticino di un seggio in Consiglio federale è riconosciu­ta e Cassis è un valido candidato. A Berna ha maturato una certa esperienza ed è conosciuto: all’orizzonte non si vedono per il momento candidatur­e che possano ostacolare la sua». Simon Hehli della ‘Nzz’ ritiene che con Cassis il Ticino abbia la possibilit­à concreta «di rientrare in Consiglio federale». Nonostante il legame con le casse malati, cosa che potrebbe alienargli dei voti, a cominciare da quelli socialisti? «In un parlamento di milizia come il nostro – ricorda Hehli – quasi tutti i suoi membri hanno legami con delle organizzaz­ioni: Isabelle Moret, per esempio, è presidente dell’associazio­ne mantello degli ospedali. E poi non sono così sicuro che per la sinistra Cassis sia il peggior candidato al Consiglio federale, penso che possa convivere con lui. E credo che per il Ticino quella della sola candidatur­a sia una buona scelta». Tesi condivisa anche da Alexander Grass, corrispond­ente radio della Srf: «Nella Svizzera interna si dice che se si va con due candidati ci sarà un terzo che ride. Trovo quindi opportuna la decisione del Plrt di puntare su una sola candidatur­a». In caso contrario «si aprirebbe la strada a calcoli strategici di chi comunque non vuole candidati della Svizzera italiana». La candidatur­a di Cassis. «Dobbiamo essere realisti: Cassis – rileva Grass – è quello che oggi ha le maggiori chance di essere eletto dall’Assemblea federale: è conosciuto come un mediatore, ha saputo dialogare e ha avuto dei successi. D’altronde il consiglier­e federale è uno che deve anche mediare fra interessi contrappos­ti e ciò per creare consenso». Nicolai Morawitz, corrispond­ente dell’Ats per il Ticino, non ha dubbi: quella di puntare su una sola candidatur­a «è una decisione saggia ed è giusto aver puntato su Cassis. Vanta già una lunga esperienza nella Berna politica e ha una vasta rete di contatti. E dal suo intervento nella conferenza stampa è emersa anche una chiara visione dei rapporti con l’Italia».

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