Rinvii coatti, non tutto è a posto
Nuove critiche dalla Cnpt: agenti col volto coperto e armati, uso di taser e manette, famiglie divise
Alcuni metodi utilizzati nei rinvii coatti per via aerea risultano ancora problematici. La Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (Cnpt) è preoccupata in particolare per la prassi di coprirsi il volto e il porto d’armi da parte di agenti di polizia, nonché l’uso di dispositivi inabilitanti e della divisione di famiglie con bambini. La commissione, che ha pubblicato ieri un rapporto indirizzato alle autorità federali e cantonali, ha l’obiettivo di osservare il trattamento delle persone da rimpatriare in occasione di un rinvio. Lo scorso anno ha deciso di esaminare in modo più specifico i trasferimenti all’aeroporto. Tra aprile 2016 e marzo 2017 ha monitorato 40 rinvii riguardanti in tutto 317 persone di cui 26 famiglie e 64 bambini, nonché 72 trasferimenti all’aeroporto. In quattro casi i poliziotti incaricati avevano il volto coperto. Nessun motivo di sicurezza giustifica questa pratica, afferma la commissione. L’organo ricorda inoltre che l’uso di armi da fuoco e di dispositivi inabilitanti è vietato nei rimpatri per via aerea. La Cnpt punta il dito contro quattro operazioni svoltesi nei cantoni di Basilea Campagna, Ginevra e Grigioni in cui gli agenti portavano armi da fuoco o taser. Sui 72 trasferimenti osservati, il 70% delle persone è stato parzialmente immobilizzato durante il trasporto. Su 20 famiglie, il 40% dei genitori ha subito questo tipo di trattamento. La Cnpt sostiene che è necessario fare progressi in quest’ambito e s’interroga sul bisogno di ammanettare persone cooperative. Riferendosi a due casi verificatisi nei cantoni di Berna e Zugo, la commissione manifesta preoccupazione per quanto riguarda la separazione e il collocamento extrafamiliare di minori prima del rinvio. Secondo la Cnpt si tratta di una prassi inadeguata non conforme al diritto del fanciullo e raccomanda alle autorità di considerare, nel caso di famiglie con bambini, misure meno severe. Infine, la commissione ritiene che la prassi dei Cantoni continui a non essere uniforme e che pertanto siano necessari ulteriori sforzi di armonizzazione. In particolare gli interessati vanno sistematicamente e dettagliatamente informati, almeno 72 ore prima, sull’imminente rinvio.