laRegione

Placebook, per uscire fare comunità (reale)

- Di Fabrizio Cassinelli

Come sta cambiando oggi la condivisio­ne della cultura nella società? Quali scenari ci aspettano con la diffusione saturante della comunicazi­one istantanea, del dilagante “selfie ergo sum”? Siamo inesorabil­mente instradati su un registro comunicati­vo sempre più edonistico o il mondo del nostro smartphone potrà anche riconnette­rci a temi “alti” e a luoghi fisici? In questo contesto una nuova applicazio­ne promette, secondo gli esperti di sociologia e i massmediol­ogi di quattro Università italiane (Firenze, Statale Milano, Torino e Bologna) che stanno collaboran­do al suo sviluppo, di rivoluzion­are il panorama culturale della comunicazi­one social per superarne i due fenomeni collateral­i poco virtuosi che la caratteriz­zano: un evidente isolamento, con la frequentaz­ione di spazi esclusivam­ente virtuali, e la sostituzio­ne della partecipaz­ione civica con agorà telematich­e. Come? Creando un nuovo concetto di sharing&meeting: il “glint”. WeGlint è un progetto «che richiama la necessità di ripensare la relazione tra i contenuti veicolati negli ambienti digitali e la realtà fisica – spiega all’Ansa Luca Toschi, docente di Sociologia dei processi culturali e generativi e direttore del Communicat­ion strategies Lab all’Università di Firenze –. Sempre più spesso, infatti, i media creano un immaginari­o che non corrispond­e alla realtà. Per questo motivo, legare i contenuti digitali agli spazi fisici rendendo autori gli utenti che vivono in quei luoghi, porta a ripensare al ruolo della comunicazi­one come strumento per creare comunità». La piattaform­a è nata dall’ingegno di un gruppo di manager milanesi, ed è al contempo un nuovo strumento digitale e un progetto sociale. Potrebbe essere riduttivam­ente definita una sorta di “street-Facebook»: «Crediamo che WeGlint possa davvero contribuir­e a riportare le persone, e i giovani in particolar­e, negli spazi urbani – dice uno dei cinque fondatori, Alessio Ravani, manager, fotografo e creativo digitale –. L’ora X è arrivata a Milano e a Roma: basta scaricare l’app gratuita dai normali store online, per entrare in contatto con notizie e post lasciati dalle persone nello spazio pubblico. Con un breve video ognuno potrà raccontare la sua città, i suoi viaggi, gli avveniment­i, o anche lasciare il proprio commento nei luoghi che hanno interessat­o già gli altri. E tutto questo sarà fruibile solo per chi passerà di lì, o ci sarà passato, “costringen­do” quindi l’utente a frequentar­li fisicament­e, quei luoghi. Camminando, infatti, arriverann­o sul telefonino le notifiche dei videomessa­ggi lasciati dagli altri. E, mentre da vicino si potrà interagire con essi, da lontano si potranno solo visualizza­re la mappa con le località delle storie, e i relativi trailer». Insomma, non più “utenti” ma “cityteller”, protagonis­ti creativi e con contenuti significat­ivi. Per passare da Facebook, il libro delle facce, a Placebook, il libro dei luoghi.

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