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Djokovic passa, poi dà spazio alle critiche

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In ritardo di un giorno rispetto a Roger Federer e Andy Murray, Novak Djokovic ha raggiunto nei quarti di finale i Big Four ancora in corsa dopo l’eliminazio­ne di Nadal. Il serbo si è sbarazzato del francese Adrian Mannarino (Atp 51) con il punteggio di 6-2, 7-6, 6-4. A Nole sono servite 2h13’ per avere la meglio del mancino transalpin­o e oggi tornerà in campo per disputare il suo quarto di finale contro il ceco Tomas Berdych. Per il momento Djokovic non ha dovuto chiedere sforzi supplement­ari al suo fisico: in totale è rimasto in campo appena 6h40’. Ma ieri ha dovuto ricorrere al fisioterap­ista per un dolore alla spalla durante il terzo set, mentre in apertura di partita aveva sofferto di mal di testa. Il serbo ieri si è inoltre scagliato contro gli organizzat­ori, colpevoli di non aver mandato in campo lui e Mannarino lunedì sera, come inizialmen­te previsto... «È stata la decisione sbagliata. Il Centrale ha una copertura e l’illuminazi­one. Si sarebbe potuto giocare fino alle 23 (l’ora del coprifuoco per non disturbare gli abitanti del quartiere, ndr)». Djokovic ha poi speso parole a favore dell’introduzio­ne del tie-break nel quinto set... «Nel 2010 Isner e Mahut erano entrati nella storia per una partita durata 11 ore. È per questo che la regola viene mantenuta? È formidabil­e per la suspense, ma i giocatori il giorno dopo devono tornare in campo e non è ciò che il loro corpo desiderere­bbe». Infine, critiche sullo stato delle superfici di gioco... «Quest’anno l’erba non è affatto in buone condizioni e molti giocatori la pensano come me. I giardinier­i sono senz’altro i migliori al mondo, ma l’erba è la superficie più difficile da mantenere».

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KEYSTONE Nelle mani del fisio

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