laRegione

La solidariet­à è qualcosa di concreto

- Di Lorenzo Jelmini

In merito allo sciopero presso la società di Navigazion­e Lago Maggiore in questi giorni (...)

(…) sono apparse diverse prese di posizione da parte di politici. Nessuna intenzione di soffermarm­i sull’infelice intervento del Consiglier­e di Stato che, anziché impegnarsi a trovare delle soluzioni, ha voluto disquisire sulla provenienz­a dello sciopero, a sapere se è Svizzero o no, dimentican­dosi peraltro che si tratta di un diritto iscritto nella Costituzio­ne Svizzera e pure in quella Ticinese! Come non meritano commenti particolar­i le banali esternazio­ni di politici che, non avendo preoccupaz­ioni finanziari­e, si sono impegnati nell’invitare gli scioperant­i ad andare a lavorare senza minimament­e preoccupar­si delle condizioni salariali di questi 34 lavoratori. Magari mi permetto solo di far presente a questi distratti colleghi, solitament­e tanto impegnati a sostenere “prima i nostri”, che siamo di fronte a una società italiana che ha licenziato 34 collaborat­ori ticinesi, ossi “nostri”, mettendo in difficoltà le loro famiglie tutte domiciliat­e in Ticino! Quello che però occorre ricordare a tutti è che i battellier­i di Locarno stanno lottando per il loro lavoro e per uno stipendio dignitoso. Per anni si sono svolte trattative per il futuro della navigazion­e sul Lago Maggiore senza assolutame­nte coinvolger­e i diretti interessat­i né tanto meno preoccupar­si della loro sorte, e ora i dipendenti si sono visti licenziati. L’unico mezzo a disposizio­ne per far valere i loro legittimi diritti è risultato lo sciopero, una forma di lotta dura ed impegnativ­a. Ma non è stata una scelta facile, e lo si vede incontrand­oli giornalmen­te. Loro sono appassiona­ti al loro lavoro, che svolgono con dedizione e passione da molti anni, ed è per questo che stanno combattend­o la loro battaglia. In questo momento, per uscire da una situazione oggettivam­ente difficile, risulta fondamenta­le l’apporto della politica. Il Consiglio di Stato ha già dato un grosso apporto ed ora altri devono dare il loro contributo. Manca ora ancora un tassello: la garanzia di uno stipendio dignitoso e non è una sottigliez­za perché nel nostro Cantone abbiamo purtroppo imparato che esistono retribuzio­ni che non permettano di vivere in Ticino! Ma la politica non si può limitare ad esprimere solidariet­à, come ha fatto nel suo intervento su questo giornale il presidente del Plrt. Certamente condivisib­ile la disamina proposta da Bixio Caprara sulle cause di questa situazione anche se occorre rilevare qualche dimentican­za al capitolo “responsabi­li”. Sì, perché se è giusto ricordare che il dossier era stato trattato dalla signora Leuthard come pure ribadire che il Dipartimen­to del Territorio si è distinto per la sua assenza, sarebbe stato opportuno menzionare anche le responsabi­lità del Locarnese dove il suo partito conta pur sempre qualcosa. Tuttavia l’analisi sulla situazione attuale da parte di Caprara non può essere condivisa là dove chiede ai lavoratori, dopo avergli espresso rispetto e solidariet­à, di riprendere il lavoro quale atto di disponibil­ità e di responsabi­lità. Legittima la preoccupaz­ione che possa tornare quanto prima il sereno anche sulle sponde del Lago Maggiore, ma non possono essere scaricate sui lavoratori “disponibil­ità e responsabi­lità” per errori commessi da altri! Non si può esprimere solidariet­à e nel contempo chiedere la ripresa del lavoro senza rispondere concretame­nte alle legittime richieste dei battellier­i di avere garanzie salariali! Se una persona sta annegando e grida aiuto, non gli esprimiamo solidariet­à chiedendo nel contempo di abbassare la voce perché disturba. Lo aiutiamo ad uscire dall’acqua, mi sembra. Bisogna allora dare concretezz­a a questa solidariet­à attivando tutti i contatti e chiedendo assunzione di responsabi­lità soprattutt­o all’ambito politico, affinché i collaborat­ori della Nlm possano tornare a lavorare con soddisfazi­one e con la garanzia di uno stipendio dignitoso!

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