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Un candidato, tre rischi

Succession­e Burkhalter, il consiglier­e nazionale Olivier Feller analizza la strategia dei vertici del Plrt Il presidente del gruppo latino Plr alle Camere sorpreso dalla scelta di puntare tutto su Cassis. Perché ‘minoritari­a’ la posizione di chi vuole un

- Di Stefano Guerra

Il vodese Olivier Feller oggi è uno dei tanti a Berna a pensare che quella dei vertici del Plrt – candidatur­a unica di Ignazio Cassis alla succession­e in Consiglio federale di Didier Burkhalter – sia «una strategia sorprenden­te». Quarantatr­é anni, consiglier­e nazionale dal 2011, Feller presiede il gruppo latino Plr all’Assemblea federale, che conta – tra Nazionale e Consiglio degli Stati – 16 parlamenta­ri (su 46 della ‘frazione’ liberale-radicale). Nell’intervista si esprime piuttosto nelle vesti di «osservator­e abbastanza neutrale, ma sensibile alla volontà di riavere un seggio» in Consiglio federale. Con una premessa: «Non mi voglio immischiar­e negli affari del Plr ticinese, rispetto la sua autonomia», dice alla ‘Regione’.

La presidenza del Plrt propone una candidatur­a unica, quella di Ignazio Cassis. La scelta l’ha sorpresa?

Sì, un po’. Il gruppo Plr alle Camere federali non potrà presentare un candidato unico. Credo che l’Assemblea federale si aspetti di poter scegliere. Se il Plrt presenta un solo candidato, legittima la posizione di coloro che pensano che bisogna assolutame­nte promuovere anche una candidatur­a romanda, o persino della Svizzera tedesca. Oggi questa posizione è minoritari­a, sia in Parlamento che nei media: constato l’esistenza di una forte volontà di privilegia­re l’elezione di un o una ticinese in Consiglio federale. Ma con un solo candidato ticinese, la ‘frazione’ liberale-radicale sarà quasi forzata a presentare un’alternativ­a provenient­e dalle altre regioni.

Il Plrt si appresta quindi a offrire un assist alla Romandia?

Si può parlare quasi di un appello a lanciare una candidatur­a romanda.

Un errore strategico, dunque?

Non saprei. Ma vedo in questa strategia tre rischi. Primo: una candidatur­a unica ticinese potrebbe risultare fragilizza­ta se

il gruppo Plr dovesse optare per un ticket ufficiale sul quale – oltre al ticinese – figurasse un romando o uno svizzero-tedesco. Il secondo: il gruppo liberale-radicale potrebbe fare una scelta strategica chiara, dicendosi che adesso è giunto il momento che il Ticino ritrovi un seggio in Consiglio federale. A quel punto, sconfessan­do il Plrt, si andrebbe a ripescare chi è stato escluso in Ticino, Laura Sadis o Christian Vitta, in modo da sottoporre all’Assemblea federale un ticket con due ticinesi. Ciò creerebbe anche una certa tensione tra il Plrt e la ‘frazione’, cosa non buona per l’immagine del partito.

Il terzo rischio?

Se il gruppo Plr presenta un solo candidato ticinese, magari anche a fianco di un candidato romando e/o svizzero-tedesco,

non è escluso che gli altri partiti comincino a manovrare dietro le quinte e si mettano d’accordo su un candidato o una candidata ticinese non proposto/a da noi. Rischiamo così che gli altri gruppi ci impongano il loro candidato o la loro candidata liberale-radicale ticinese.

Per il ‘Blick’ ‘i ticinesi ricattano la Svizzera.’ Con Cassis candidato unico del Ticino l’Assemblea federale si sentirà messa sotto pressione?

Sento una forte volontà in Parlamento di avere di nuovo un ticinese in Governo. Se il candidato unico ticinese non gli piacerà, nei primi dieci giorni della sessione autunnale delle Camere si lavorerà discretame­nte dietro le quinte attorno a un altro nome, magari quelli di Laura Sadis o di Christian Vitta.

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KEYSTONE Cassis cerca di inquadrare la vodese Isabelle Moret, possibile candidata

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