‘Con due ticinesi, nessun romando di peso in corsa’
Olivier Feller, la presidenza del Plr ticinese dà praticamente per scontato che dalla Romandia arriveranno una o più candidature. Condivide questa previsione?
Guarda caso [sorride], le sezioni romande del Plr nelle quali potrebbero farsi avanti dei candidati o delle candidate hanno fissato i termini per il deposito delle candidature dopo il comitato cantonale del Plrt del 1o agosto [Ginevra: 4 agosto; Vaud: il comitato cantonale deciderà il 10 agosto, ndr]. Non è sorprendente [sorride]? Sono quasi certo che, se alla fine il Plrt deciderà di proporre due candidati complementari, nessun candidato romando si lancerà nella corsa. E a quel punto il seggio del Ticino in Consiglio federale sarebbe praticamente assicurato. Se al contrario ci sarà un solo candidato, allora la porta si aprirà per le ambizioni della Romandia.
Si potrebbe quindi rimproverare ai vertici del Plrt anche di aver voluto bruciare le tappe, anziché giocare sul fattore tempo.
Ripeto: da osservatore neutrale, senza volermi immischiare negli affari del Plr ticinese, ritengo che la migliore strategia consista nel presentare due candidature. Perché a quel punto dubito che dalla Romandia verrebbero avanzate candidature forti, nessun peso massimo a mio avviso deciderebbe di lanciarsi nella corsa.
Se dal Ticino dovessero giungere a Berna due candidature ufficiali, è poco probabile anche che il gruppo Plr decida di aggiungerne una terza, romanda, sul ticket da sottoporre all’Assemblea federale?
Potrebbe essere una soluzione immaginabile, qualora un romando o una romanda decidesse comunque di candidarsi. Ma per restare al Ticino, la situazione ideale sarebbe un ticket a due, con due ticinesi: il Ticino avrebbe tutto l’interesse a fare in modo che sia questa la proposta che verrà sottoposta all’Assemblea federale [probabilmente il 20 settembre, ndr]. La seconda miglior opzione, per il Ticino, sarebbe un ticket a tre, con due ticinesi e un romando o uno svizzero-tedesco: in questo caso uno dei due ticinesi avrebbe forti chance di essere eletto, vista la propensione di una maggioranza del Parlamento a sostenere un rappresentante della Svizzera italiana per la successione di Didier Burkhalter. Un ticket a due, con un ticinese e un romando o uno svizzerotedesco, sarebbe per contro la soluzione meno buona per il Ticino: perché così partirebbero le manovre per far eleggere il romando, o per andare a cercare un altro ticinese, con il rischio che sia il gruppo liberale-radicale che la sezione ticinese del partito vengano sconfessati.
La candidatura unica di Ignazio Cassis sembra favorire piuttosto una candidatura femminile dalla Svizzera romanda. Chi arrischierebbe maggiormente di perderci in una contrapposizione ‘donne contro Ticino’, ‘questione femminile contro questione regionale’?
Obiettivamente, penso che oggi tra i 246 parlamentari dell’Assemblea federale la voglia di avere un ticinese in Governo sia comunque più forte della voglia di eleggere una donna. Nei prossimi anni ci sarà un’altra partenza dal Consiglio federale nei ranghi del Plr [il bernese Johann Schneider-Ammann potrebbe lasciare a fine legislatura, ndr]. A quel punto una donna potrà essere eletta. Bisogna però fare in modo che la candidatura ticinese funzioni. E, ancora una volta, una candidatura unica di un o una ticinese presenta almeno tre rischi, quelli che ho evocato prima. Rischi non solo per il Ticino, ma anche per il partito stesso.