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L’Fbi non crede alle streghe

Il nuovo direttore dell’intelligen­ce federale prende le distanze dall’accusa del presidente Usa Nell’audizione di conferma davanti al Senato, Christophe­r Wray prende le difese dell’inchiesta sul Russiagate di Robert Mueller

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Washington – L’inchiesta condotta dal procurator­e speciale Robert Mueller sul Russiagate non è una caccia alle streghe. Lo ha affermato Christophe­r Wray nell’audizione davanti alla commission­e del Senato che deve confermare la sua nomina a capo dell’Fbi (decisa, vale la pena di ricordarlo, proprio da quel Donald Trump che ha denunciato una caccia alle streghe ai propri danni). Wray ha risposto alle domande dei senatori nelle stesse ore in cui Donald Trump Jr. andava in television­e (Fox, guarda caso) per spiegare e ridimensio­nare l’incontro del giugno 2016 con l’avvocatess­a russa che gli avrebbe assicurato di potergli fornire materiale prezioso per stroncare le velleità presidenzi­ali di Hillary Clinton. Alla compiacent­e tv di Murdoch Trumpino ha precisato di aver visto l’avvocatess­a Natalia Veselnitsk­aya, convinto di trovare materiale su Clinton, per “una ricerca sull’opposizion­e”, (lui noto sociologo), minimizzan­do la portata delle mail in cui si parlava del “sostegno della Russia” alla campagna del babbo. Che non ne sapeva niente, ha garantito l’erede. Ma chi gli crede, ormai? Secondo fonti citate dalla stampa Usa la vicenda sarà prevedibil­mente al vaglio degli inquirenti guidati da Mueller per il filone dell’inchiesta sul Russiagate che fa capo al Dipartimen­to di giustizia. Mentre i consueti retroscena sul clima nella West Wing parlano di caos, animosità, fino alla “modalità emergenza”. E naturalmen­te massima frustrazio­ne nella consapevol­ezza che quella “nube” – come l’ha definita il presidente – non accenna a dissolvers­i. Così il Commander in Chief mantiene un insolito basso profilo: nessun impegno pubblico tra il suo rientro dall’Europa e il ritorno a Parigi per la parata del 14 luglio. Anche i tweet sono centellina­ti: Trump evidenteme­nte questa volta deve essersi attenuto alle indicazion­i dei suoi consiglier­i. Non che sia stato del tutto in silenzio: “Questa – ha scritto – è la più grande caccia alle streghe nella storia politica”. Per poi aggiungere che “La W.H. [la Casa Bianca, ndr] sta funzionand­o perfettame­nte, concentrat­a sulla riforma sanitaria, sulla riforma fiscale e sui tagli delle tasse e molte altre cose. Ho pochissimo tempo per guardare la tv”. In effetti a essere “guardato” è lui. Giusto ieri è stata presentata al Congresso la prima proposta formale di avviare una procedura di impeachmen­t contro il presidente, su iniziativa di due deputati democratic­i, Brad Shermane e Al Green. La richiesta si basa su accuse di ostruzione alla giustizia legate al licenziame­nto del capo dell’Fbi James Comey. Quanta fretta.

Ma quale caccia?

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KEYSTONE

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