‘Così abbiamo staccato la spina’
Il direttore della Gestione governativa Navigazione laghi: ‘Aprendo ai privati è totale deregulation’ Dichiarazioni forti di Alessandro Acquafredda: ‘Dalla Svizzera ricevute solo vessazioni. Ora basta con lo sciopero immotivato, se no consorzio a rischio’
«L’accordo secondo cui gli svizzeri, oltre che sul loro versante, possono navigare sull’intero Verbano e gli italiani, per reciprocità, possono raggiungere tutte le località ticinesi, ha portato ad una completa ‘deregulation’. A quel punto abbiamo staccato la spina e sono partite le lettere di licenziamento». Parole del direttore generale della Gestione governativa Navigazione laghi (Verbano, Lario e Garda), Alessandro Acquafredda. Parole che infiammano il 18° giorno di sciopero sul bacino svizzero del Lago Maggiore. «Senza l’apertura ai privati non ci sarebbero stati tutti questi problemi», ha ammonito Acquafredda. Che ha ricordato come la situazione sia nata nell’ambito delle trattative fra le «due delegazioni incaricate da Berna e da Roma di valutare la possibilità di migliorare l’offerta». I 14 licenziamenti e la decisione di non rinnovare il contratto stagionale ad altri 20 marinai ticinesi «non sono stati adottati a cuor leggero. Comunque – ripete – senza l’apertura ai privati non ci sarebbero stati problemi ad andare avanti, come è sempre stato, anche se siamo in presenza di un servizio molto oneroso». Si dice mezzo milione di euro all’anno. Cosa c’è di vero? «C’è molto di vero; ciò che è inesatto è l’entità delle perdite. Sono più alte, in quanto si aggirano attorno ai 700-800mila euro. Ci sono state annate con un buco di 900mila euro. Nonostante ciò il servizio sarebbe continuato. Deve considerare che la gestione di tre laghi alla fine dell’anno confluisce in un unico bilancio». Inoltre, aggiungiamo noi, come la quasi totalità dei mezzi di trasporto pubblico in Italia, anche la Gestione governativa Navigazione laghi beneficia di un contributo statale. Superato il periodo nero, coinciso con gli anni 2011 e 2012, è progressivamente calato il ricorso all’ombrello statale. E ciò grazie al fatto che negli ultimi 4 anni la Navigazione ha registrato una confortante crescita. E adesso? «Premetto che la scelta del consorzio fra la Navigazione Lago di Lugano e noi, per la gestione del servizio sul versante svizzero, deriva da un’iniziativa che autonomamente abbiamo preso io e il mio collega ticinese – chiarisce il dg della Gestione governativa –. Iniziativa che prevedeva il miglioramento del servizio e la ricerca di iniziative in grado di rispondere alle attese del territorio. Le concessionarie, per i lavoratori, avevano previsto di dare il massimo possibile. In breve, ciò che si poteva dare, avevamo previsto di dare, pur non prevedendo contributi da parte svizzera. Dalla Svizzera abbiamo ricevuto solo vessazioni. Ora vengo a sapere che il Consiglio di Stato del Canton Ticino pensa di dare un contributo. Perché solo ora?». I dipendenti protestano in quanto per loro si apre la prospettiva di perdere il 20% dei loro stipendi. «Quando nel corso di una vita lavorativa ci sono cambiamenti come quelli previsti se dovesse andare in porto il consorzio, si cerca di migliorare, ma non si può stravolgere. Se però lo sciopero immotivato dovesse andare avanti, difficilmente il consorzio potrà andare in porto».
L’Uft: ‘Affermazioni
non condivisibili’
Contattato per una reazione, l’Ufficio federale dei trasporti si è espresso in questi termini: “L’Uft non condivide le affermazioni dell’avvocato Acquafredda e intende chiarirne il contesto in un colloquio diretto con i partner italiani”. Inoltre, l’Ufficio federale dei trasporti considera “riduttivo voler considerare lo sciopero come conseguenza diretta delle trattative in corso”. Nel frattempo, sul più ampio contesto ha preso posizione il Partito operaio e popolare (Pop), che definisce “false soluzioni” quelle prospettate agli scioperanti dal governo ticinese. Risposte “che non danno futuro all’occupazione sul Lago Maggiore, né per l’anno prossimo, né tantomeno per gli anni a venire”. Il Pop “denuncia questa politica di destra e neoliberista in favore dei soliti, ricchi e potenti, contro i lavoratori e le lavoratrici e contro il diritto dei cittadini al servizio pubblico” e invita “a continuare la lotta assieme ai dipendenti”.