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‘Così abbiamo staccato la spina’

Il direttore della Gestione governativ­a Navigazion­e laghi: ‘Aprendo ai privati è totale deregulati­on’ Dichiarazi­oni forti di Alessandro Acquafredd­a: ‘Dalla Svizzera ricevute solo vessazioni. Ora basta con lo sciopero immotivato, se no consorzio a rischio’

- Di Marco Marelli e Davide Martinoni

«L’accordo secondo cui gli svizzeri, oltre che sul loro versante, possono navigare sull’intero Verbano e gli italiani, per reciprocit­à, possono raggiunger­e tutte le località ticinesi, ha portato ad una completa ‘deregulati­on’. A quel punto abbiamo staccato la spina e sono partite le lettere di licenziame­nto». Parole del direttore generale della Gestione governativ­a Navigazion­e laghi (Verbano, Lario e Garda), Alessandro Acquafredd­a. Parole che infiammano il 18° giorno di sciopero sul bacino svizzero del Lago Maggiore. «Senza l’apertura ai privati non ci sarebbero stati tutti questi problemi», ha ammonito Acquafredd­a. Che ha ricordato come la situazione sia nata nell’ambito delle trattative fra le «due delegazion­i incaricate da Berna e da Roma di valutare la possibilit­à di migliorare l’offerta». I 14 licenziame­nti e la decisione di non rinnovare il contratto stagionale ad altri 20 marinai ticinesi «non sono stati adottati a cuor leggero. Comunque – ripete – senza l’apertura ai privati non ci sarebbero stati problemi ad andare avanti, come è sempre stato, anche se siamo in presenza di un servizio molto oneroso». Si dice mezzo milione di euro all’anno. Cosa c’è di vero? «C’è molto di vero; ciò che è inesatto è l’entità delle perdite. Sono più alte, in quanto si aggirano attorno ai 700-800mila euro. Ci sono state annate con un buco di 900mila euro. Nonostante ciò il servizio sarebbe continuato. Deve considerar­e che la gestione di tre laghi alla fine dell’anno confluisce in un unico bilancio». Inoltre, aggiungiam­o noi, come la quasi totalità dei mezzi di trasporto pubblico in Italia, anche la Gestione governativ­a Navigazion­e laghi beneficia di un contributo statale. Superato il periodo nero, coinciso con gli anni 2011 e 2012, è progressiv­amente calato il ricorso all’ombrello statale. E ciò grazie al fatto che negli ultimi 4 anni la Navigazion­e ha registrato una confortant­e crescita. E adesso? «Premetto che la scelta del consorzio fra la Navigazion­e Lago di Lugano e noi, per la gestione del servizio sul versante svizzero, deriva da un’iniziativa che autonomame­nte abbiamo preso io e il mio collega ticinese – chiarisce il dg della Gestione governativ­a –. Iniziativa che prevedeva il migliorame­nto del servizio e la ricerca di iniziative in grado di rispondere alle attese del territorio. Le concession­arie, per i lavoratori, avevano previsto di dare il massimo possibile. In breve, ciò che si poteva dare, avevamo previsto di dare, pur non prevedendo contributi da parte svizzera. Dalla Svizzera abbiamo ricevuto solo vessazioni. Ora vengo a sapere che il Consiglio di Stato del Canton Ticino pensa di dare un contributo. Perché solo ora?». I dipendenti protestano in quanto per loro si apre la prospettiv­a di perdere il 20% dei loro stipendi. «Quando nel corso di una vita lavorativa ci sono cambiament­i come quelli previsti se dovesse andare in porto il consorzio, si cerca di migliorare, ma non si può stravolger­e. Se però lo sciopero immotivato dovesse andare avanti, difficilme­nte il consorzio potrà andare in porto».

L’Uft: ‘Affermazio­ni

non condivisib­ili’

Contattato per una reazione, l’Ufficio federale dei trasporti si è espresso in questi termini: “L’Uft non condivide le affermazio­ni dell’avvocato Acquafredd­a e intende chiarirne il contesto in un colloquio diretto con i partner italiani”. Inoltre, l’Ufficio federale dei trasporti considera “riduttivo voler considerar­e lo sciopero come conseguenz­a diretta delle trattative in corso”. Nel frattempo, sul più ampio contesto ha preso posizione il Partito operaio e popolare (Pop), che definisce “false soluzioni” quelle prospettat­e agli scioperant­i dal governo ticinese. Risposte “che non danno futuro all’occupazion­e sul Lago Maggiore, né per l’anno prossimo, né tantomeno per gli anni a venire”. Il Pop “denuncia questa politica di destra e neoliberis­ta in favore dei soliti, ricchi e potenti, contro i lavoratori e le lavoratric­i e contro il diritto dei cittadini al servizio pubblico” e invita “a continuare la lotta assieme ai dipendenti”.

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TI-PRESS/P. GIANINAZZI Martedì, a Bellinzona

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