Marcel Kittel, un uomo solo in volata
Dopo il poker, ecco la cinquina. Poi Marcel Kittel si ferma. Ma solo perché oggi la strada ricomincia a salire. Altrimenti avrebbe continuato ad aggiudicarsi sprint su sprint, a mettere in fila rivali vecchi e nuovi, forti e meno forti nello spunto finale. Cinque vittorie quest’anno, 14 in tutto al Tour (dove non c’è nessuno come lui, dopo il sorpasso a Erik Zabel, fermo a quota 12). Uno strapotere assoluto, indiscutibile, che solo il francese Arnaud Demare è riuscito a interrompere, aggiudicandosi la quarta tappa con arrivo a Vittel. Tutti gli sprint sono stati appannaggio del gigante tedesco, che sul traguardo di Pau batte l’olandese Groenewegen e il norvegese Boasson Hagen. In cima alla classifica, intanto, nessun problema per Chris Froome, che oggi porta ai piedi dei Pirenei una maglia gialla che d’ora in poi sarà costretto a difendere. Il keniano bianco dovrà fare attenzione soprattutto ai possibili attacchi di Aru, Fuglsang e Bardet, oltre alla voglia di rivalsa di un Quintana sempre più nell’ombra e alla disperazione di Contador, che ieri è pure caduto. A proposito di cadute: anche ieri ce ne sono state in quantità, non senza vittime discretamente eccellenti, come quella dell’italiano dell’Astana Dario Cataldo, la cui uscita di scena è una grave defezione per Fabio Aru. Se vuol davvero sognare in grande, il sardo dovrà guadagnare un paio di minuti su Froome prima della crono dell’ultimo giorno. E oggi comincia lo show, con un saliscendi sui Pirenei con punte del 9% farcito da sei Gp della montagna, di cui uno fuori categoria.