Storni: così perdiamo la mezz’ora guadagnata
Trenta minuti. Circa trenta minuti in meno sull’asse principale nord-sud della Svizzera, di cui in Ticino «non si riesce però ad approfittare per accorciare i tempi di percorrenza nei collegamenti regionali». Bruno Storni, alla testa della sezione svizzero-italiana dell’Associazione traffico e ambiente, è abituato, essendo ingegnere, a ragionare con i numeri. E numeri alla mano, «il guadagno, dopo l’apertura di AlpTransit, di una mezz’ora di viaggio in treno fra Zurigo e Bellinzona/Lugano, viene vanificato a Sud delle Alpi», osserva il granconsigliere socialista. Detto altrimenti, «non stiamo ancora sfruttando tutte le potenzialità della galleria di base del San Gottardo». Per il presidente dell’Ata le imprese di trasporto dovrebbero quindi fare di più. A cominciare dalle Ffs. «In seguito alla messa in esercizio del tunnel di base, i tempi di attesa nelle nostre stazioni, quando si cambia treno, sono aumentati di diversi minuti – riprende Storni –. Di fatto per raggiungere Locarno da Bellinzona o Mendrisio da Lugano si impiega un tempo maggiore di quello che sarebbe necessario considerate le distanze». Le Ferrovie federali «sostengono che si tratta di una situazione provvisoria e che il tutto migliorerà con l’apertura della galleria del Ceneri. D’accordo, ma nel frattempo riteniamo, come associazione, che alcuni interventi debbano essere fatti e non solo nel settore ferroviario, ma pure nel trasporto pubblico su gomma». Fra le imprese, rileva Storni, «serve più coordinamento, affinché spostarsi in Ticino risulti più rapido e comodo con i mezzi pubblici». Il documento dell’Ata è indirizzato al Cantone.