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Pensioni, qual è il vero piano B?

Il Plr ha pronta una soluzione di ricambio in caso di ‘no’ il 24 settembre. Berset: questa riforma lo è Karin Keller-Sutter propaga l’idea di tre pacchetti anziché uno globale. Per il ministro della Sanità l’alternativ­a non c’è.

- Di Stefano Guerra

Cosa succederà se fra poco più di due mesi la ‘Previdenza vecchiaia 2020’ (P2020, cfr. scheda a lato) verrà respinta in votazione popolare? Per i suoi sostenitor­i, i deficit annui dell’Avs crescerebb­ero rapidament­e, le rendite non sarebbero più garantite, la stabilità dell’intero sistema previdenzi­ale verrebbe messa a repentagli­o. Meglio questa riforma piuttosto che nessuna riforma, affermano anche i sostenitor­i recalcitra­nti negli ambienti economici e persino nei partiti che la combattono, Plr e Udc. Nessun dramma, sostiene invece lo stesso Plr. Anzi. Il partito che nel campo borghese traina il carro dei contrari ha già pronta la soluzione di ricambio in caso di ‘no’: un’alternativ­a a suo dire migliore, oltre che facilmente e rapidament­e attuabile. Il piano B, messo a punto di recente dalla conferenza dei presidenti cantonali del Plr, è stato illustrato negli scorsi giorni alla ‘Nzz am Sonntag’ e alla Rts dalla ‘senatrice’ sangallese Karin Keller-Sutter. Consiste nel suddivider­e la P2020 in tre pacchetti separati, evitando di ‘mescolare’ 1o (Avs) e 2o pilastro (previdenza profession­ale). Nulla di nuovo, in realtà. Dietro c’è la volontà di impedire un rafforzame­nto delle prestazion­i dell’Avs (il bonus di 70 franchi sulle rendite mensili dei nuovi pensionati) e di fare in modo che la prevista diminuzion­e delle rendite del 2o pilastro venga compensata esclusivam­ente all’interno del 2o pilastro stesso. Sono le medesime idee difese dal Plr in Parlamento, dove non hanno trovato una maggioranz­a che le sostenesse. Il primo pacchetto riguarda l’Avs: comprende l’aumento a 65 anni dell’età di pensioname­nto delle donne, l’incremento dell’Iva dello 0,6% e il pensioname­nto flessibile tra 62 e 70 anni, tre elementi che sono parte integrante della P2020. Il secondo si concentra sulla previdenza profession­ale, con l’abbassamen­to dal 6,8 al 6% del tasso di conversion­e (anch’esso nella P2020); la perdita di rendita che ne deriva verrebbe compensata unicamente nel 2o pilastro, attraverso un aumento del salario assicurato e una modifica della graduazion­e degli accrediti di vecchiaia per le diverse fasce d’età. Il terzo pacchetto, infine, contiene aspetti non controvers­i, di natura per lo più tecnica. Il Plr vuole portare i tre pacchetti separatame­nte in Parlamento subito dopo un ‘no’ il 24 settembre. “È una questione di volontà politica, ci sono sempre delle alternativ­e”, ha detto Karin Keller-Sutter alla Rts. Un piano B? “Questa riforma è il piano B”, risponde Alain Berset, ricordando che il piano A è già naufragato più volte, come nel 2010 quando una diminuzion­e (senza compensazi­one) del tasso minimo di conversion­e venne seppellita alle urne sotto una valanga di ‘no’.

Sarebbe la prima riforma da oltre vent’anni a questa parte

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