Pensioni, qual è il vero piano B?
Il Plr ha pronta una soluzione di ricambio in caso di ‘no’ il 24 settembre. Berset: questa riforma lo è Karin Keller-Sutter propaga l’idea di tre pacchetti anziché uno globale. Per il ministro della Sanità l’alternativa non c’è.
Cosa succederà se fra poco più di due mesi la ‘Previdenza vecchiaia 2020’ (P2020, cfr. scheda a lato) verrà respinta in votazione popolare? Per i suoi sostenitori, i deficit annui dell’Avs crescerebbero rapidamente, le rendite non sarebbero più garantite, la stabilità dell’intero sistema previdenziale verrebbe messa a repentaglio. Meglio questa riforma piuttosto che nessuna riforma, affermano anche i sostenitori recalcitranti negli ambienti economici e persino nei partiti che la combattono, Plr e Udc. Nessun dramma, sostiene invece lo stesso Plr. Anzi. Il partito che nel campo borghese traina il carro dei contrari ha già pronta la soluzione di ricambio in caso di ‘no’: un’alternativa a suo dire migliore, oltre che facilmente e rapidamente attuabile. Il piano B, messo a punto di recente dalla conferenza dei presidenti cantonali del Plr, è stato illustrato negli scorsi giorni alla ‘Nzz am Sonntag’ e alla Rts dalla ‘senatrice’ sangallese Karin Keller-Sutter. Consiste nel suddividere la P2020 in tre pacchetti separati, evitando di ‘mescolare’ 1o (Avs) e 2o pilastro (previdenza professionale). Nulla di nuovo, in realtà. Dietro c’è la volontà di impedire un rafforzamento delle prestazioni dell’Avs (il bonus di 70 franchi sulle rendite mensili dei nuovi pensionati) e di fare in modo che la prevista diminuzione delle rendite del 2o pilastro venga compensata esclusivamente all’interno del 2o pilastro stesso. Sono le medesime idee difese dal Plr in Parlamento, dove non hanno trovato una maggioranza che le sostenesse. Il primo pacchetto riguarda l’Avs: comprende l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne, l’incremento dell’Iva dello 0,6% e il pensionamento flessibile tra 62 e 70 anni, tre elementi che sono parte integrante della P2020. Il secondo si concentra sulla previdenza professionale, con l’abbassamento dal 6,8 al 6% del tasso di conversione (anch’esso nella P2020); la perdita di rendita che ne deriva verrebbe compensata unicamente nel 2o pilastro, attraverso un aumento del salario assicurato e una modifica della graduazione degli accrediti di vecchiaia per le diverse fasce d’età. Il terzo pacchetto, infine, contiene aspetti non controversi, di natura per lo più tecnica. Il Plr vuole portare i tre pacchetti separatamente in Parlamento subito dopo un ‘no’ il 24 settembre. “È una questione di volontà politica, ci sono sempre delle alternative”, ha detto Karin Keller-Sutter alla Rts. Un piano B? “Questa riforma è il piano B”, risponde Alain Berset, ricordando che il piano A è già naufragato più volte, come nel 2010 quando una diminuzione (senza compensazione) del tasso minimo di conversione venne seppellita alle urne sotto una valanga di ‘no’.
Sarebbe la prima riforma da oltre vent’anni a questa parte