laRegione

Liberali-radicali al fronte, Udc reticente. Sarà battaglia cantone per cantone

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Si vota fra poco più di due mesi. Ma ancor prima della pausa estiva la ‘Previdenza vecchiaia 2020’ (P2020) ha scaldato gli animi, in realtà mai sopiti da quando, in marzo, il Parlamento ha approvato per il rotto della cuffia la riforma ideata da Alain Berset. Il Plr affila le armi. Cominciand­o a vendere un piano B (cfr. articolo sopra) che è minestra riscaldata. E con la presidente Petra Gössi che, maldestram­ente, se l’è presa con i beneficiar­i di rendite Avs all’estero (cfr. ‘laRegione’ del 24 giugno), prima di correggere il tiro dopo la pioggia di critiche giunte dalla sinistra, dal Ppd e dagli Svizzeri all’estero. I liberali-radicali contano sull’appoggio di una reticente Udc. In Parlamento Albert Rösti e i suoi hanno sì combattuto la riforma, unici alleati del Plr. Ma i vertici del partito sanno che la loro base è assai meno propensa a dire ‘no’. Molti contadini, lo zoccolo duro dell’elettorato democentri­sta, non possono contare su un 2o pilastro: hanno tutto da guadagnare da un progetto che prevede un supplement­o mensile di 70 franchi sulle rendite Avs dei nuovi pensionati. Curiosa la costellazi­one venutasi a creare negli ambienti economici. A livello nazionale, le grandi organizzaz­ioni come Economiesu­isse e Unione svizzera degli imprendito­ri (Usi) combattono con vigore la riforma, idem buona parte dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). In Romandia, invece, organizzaz­ioni come il ‘Centre patronal’ e la ‘Fédération des entreprise­s romandes Genève’ chiamano a votare sì. Una divisione Svizzera latina/Svizzera tedesca che ritroviamo a sinistra: le grandi organizzaz­ioni sindacali (Uss, Unia, Travail.Suisse) sostengono la P2020, mentre singole sezioni sindacali, sindacati minori e partiti della sinistra radicale si oppongono. Il fattore geografico potrebbe rivelarsi decisivo. Perché superi l’ultimo scoglio, la riforma il 24 settembre dovrà guadagnars­i anche la maggioranz­a dei cantoni (a richiederl­o è l’aumento dell’Iva, al quale è legata a doppio filo). E se l’approvazio­ne del popolo pare probabile (un recente sondaggio del gfs.bern dà il ‘sì’ al 60%), la battaglia andrà combattuta nella Svizzera tedesca cantone per cantone, in terre a maggioranz­a borghese.

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