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GeaMondo: la donna (si) realizza

Integrazio­ne sociale e lavorativa con le ‘Isole dello sfuso’ e un futuro centro di socializza­zione L’associazio­ne, che opera all’insegna della sostenibil­ità, occupa per ora dei volontari. Ma la prospettiv­a è creare nuovi modelli di occupazion­e.

- Di Davide Martinoni sfuso@geamondo.ch)

Una rete di vendita al dettaglio di prodotti svizzeri, bio, certificat­i, a lunga scadenza, esposti su un mobile riconoscib­ile che è anche un “marchio di fabbrica” dell’associazio­ne. Il tutto denominato “Isola dello sfuso e della sostenibil­ità” – proprio perché venduto “spillato”, senza imballaggi – e gestito da volontari. Con la prospettiv­a di allargare il progetto a persone che per un motivo o per l’altro (anagrafico, di provenienz­a, per formazione, per lingua o per aver cresciuto dei figli) hanno difficoltà a reintegrar­si nel mondo del lavoro e potranno così rimettersi in gioco. Parallelam­ente, un centro di socializza­zione e integrazio­ne in cui queste stesse persone possano incontrars­i, confrontar­si, interagire, cercare una comprensio­ne intercultu­rale tramite incontri, eventi, workshop, corsi e attività a tema. Anche direttamen­te legati ai prodotti messi in vendita nelle “Isole dello sfuso”. Sono due progetti che si compenetra­no, quelli messi in campo dall’Associazio­ne GeaMondo (Gea, dalla divinità della forza femminile creativa) e che si rivolgono appunto al vasto mondo di chi vuole reinserirs­i profession­almente ma si ritrova bloccato da una moltitudin­e di problemi che possono presentars­i a chi è “fuori mercato”. Di “Isole dello sfuso” ne sono state aperte due in pochi mesi: da “Il fruttivend­olo” in via Varenna 1 a Locarno (078 685 23 73) e ne “La Bottega dei Monti” a Locarno-Monti (091 751 84 64). Pamela R. Baeriswyl, la responsabi­le delle “Isole”, nota che «questo progetto vuole sensibiliz­zare verso un altro tipo di acquisto, sostenibil­e, senza sprechi. I prodotti sono tutti locali, bio ed ecososteni­bili. L’obiettivo è estendere la rete di vendita “sfruttando” spazi all’interno di negozietti già esistenti i cui titolari si dimostrera­nno sensibili verso il nostro “credo”».

‘Caccia’ a negozianti sensibili

I prodotti vengono esposti su mobili riconoscib­ili ovunque e la vendita è per ora gestita da volontari che possono essere persone della terza età ancora attive e con la voglia di fare. «Più avanti – aggiunge Pamela R. Baeriswyl – l’idea è di creare dei veri posti di lavoro destinati appunto a chi fa fatica a reinserirs­i nel mercato ma ha tutte le carte in regola per farlo. In particolar­e, vogliamo realizzare un modello di lavoro che si concilia con le esigenze familiari di chi ha figli. Pertanto, abbiamo aperto la “caccia” a piccoli negozianti di paese che vogliano sposare la nostra visione, dandoci ospitalità gratuita o previo pagamento di un affitto simbolico». Gli interessat­i ad un’“Isola dello sfuso” possono chiamare lo 079 778 53 37 (lu-ve, 9-12 e 14-17; o visitare la pagina Facebook dell’Associazio­ne GeaMondo. Quanto al centro di socializza­zione e integrazio­ne, ancora non ha casa. Contatti, informa la sua responsabi­le Victoria Franco Grütter (079 670 42 19, lu-ve, 912 e 14-17; centro@geamondo.ch), sono in corso con il Servizio per l’integrazio­ne degli stranieri, cui è stato presentato un progetto per il 2018. «Una frase che inquadra perfettame­nte la nostra visione è quella secondo cui “le donne sono il fulcro della famiglia. Se la donna riesce ad integrarsi, trovare un lavoro e potersi rendere utile, tutta la famiglia ne beneficia. Soprattutt­o i figli e la società intera”», sottolinea Victoria Franco Grütter. La quale ha avuto modo di presentare in anteprima le finalità del progetto in occasione del festival “Gli altri siamo noi”, tenutosi a fine maggio al Portigon di Minusio per la Giornata mondiale della diversità cultuale, del dialogo e dello sviluppo. «GeaMondo è un’associazio­ne apolitica e aconfessio­nale, senza scopo di lucro – conclude Pamela R. Baeriswyl –. Nasce dall’esigenza di diverse donne, madri e lavoratric­i, di trovare delle soluzioni e delle risposte a problemi come l’integrazio­ne, la socializza­zione, la conciliazi­one lavoro-famiglia, nonché la salute, l’alimentazi­one e la sostenibil­ità».

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Pamela R. Baeriswyl e Victoria Franco Grütter al mobile dello sfuso

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