Melano, ‘salviamo la riva lago’
Tre associazioni presentano ricorso contro il Piano regolatore particolareggiato Nel mirino la prevista edificazione dell’ultima grande area pubblica nel basso Ceresio che sarebbe in conflitto con il Piano direttore cantonale
Pro Natura Ticino, l’associazione Cittadini per il territorio e l’associazione Rives publiques hanno presentato ricorso contro il Piano regolatore particolareggiato della riva lago a Melano. Le tre associazioni contestano l’edificazione dell’ultima grande riva con un pratone ancora libero nel basso Ceresio. Un’area che il Comune intende destinare a costruzioni residenziali per le quali però non sussiste alcun interesse pubblico, secondo i tre sodalizi. I terreni in questione sono quelli fra Maroggia e Melano, che comprendono il sedime dell’ex fabbrica Tannino e l’attuale campeggio del Touring Club Svizzero. Le associazioni contestano proprio l’edificazione prevista a nord della foce del Sovaglia fino all’ex fabbrica Tannino in uno spazio pregiato oggi ancora libero da costruzioni. Secondo i ricorrenti, il Comune lo vorrebbe invece destinare ad un uso residenziale che però è in contrasto con la legge perché non è dimostrato alcun fabbisogno per ampliare le zone edilizie. Anzi, sempre stando alle associazioni ricorrenti, che chiedono quale alternativa di valorizzare questo polmone verde per una fruizione pubblica, le zone edilizie sono già oggi troppo ampie. Nel ricorso, sottolineano che gli obiettivi del piano, definiti dal Rapporto di pianificazione, omettano questo aspetto. Un aspetto che appare pur sempre quello più delicato di tutta l’operazione pianificatoria (unitamente all’ubicazione del porto). Problematica, agli occhi dei ricorrenti, risulta anche l’ampia superficie dedicata al parcheggio e alle infrastrutture pubbliche al servizio del porto regionale che i ricorrenti invitano a ridurre nelle sue dimensioni e nel suo impatto complessivo.
‘Pianificazione da rifare’
Il piano dovrà quindi essere rifatto con finalità diverse, mantenendo i propositi positivi di quello contestato, ossia la protezione delle rive, la passeggiata in riva lago e la riunione dei due campeggi in uno solo, migliorando l’accessibilità pubblica, oggi ostacolata dai campeggi e dalle recinzioni presso l’ex fabbrica, ed evitando soprattutto ogni ulteriore edificazione. Non solo. “Ammesso ma non concesso che un fabbisogno scoperto di potenziale insediativo sussista veramente, lo si sarebbe dovuto valutare secondo i dettami della scheda di piano direttore sullo sviluppo e la contenibilità dei piani regolatori”, sostengono i ricorrenti, secondo cui “dei sette criteri menzionati nel citato capitolo, da valutare e
soddisfare cumulativamente, nemmeno uno è stato affrontato dal rapporto di pianificazione! L’ampliamento della zona edificabile pertanto, indipendentemente dall’ubicazione prescelta, viola anche il Piano direttore cantonale e il diritto cantonale”. E le tre associazioni ritengono che avvenga in un luogo infelice perché paesaggisticamente sensibile oltre che indicato dal Piano direttore cantonale come non edificabile. Per gli sviluppi futuri, il Piano particolareggiato si porrebbe in conflitto con il diritto cantonale in quanto le schede di Piano direttore, ora in revisione, prevedono condizioni ancora più restrittive a proposito dell’ampliamento delle zone edificabili, anzi ne prefigurano in parte addirittura il ridimensionamento. Contestato dai ricorrenti è pure lo strumento del contratto di diritto pubblico che si vorrebbe usare per realizzare l’intento pianificatorio.