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Melano, ‘salviamo la riva lago’

Tre associazio­ni presentano ricorso contro il Piano regolatore particolar­eggiato Nel mirino la prevista edificazio­ne dell’ultima grande area pubblica nel basso Ceresio che sarebbe in conflitto con il Piano direttore cantonale

- Di Alfonso Reggiani

Pro Natura Ticino, l’associazio­ne Cittadini per il territorio e l’associazio­ne Rives publiques hanno presentato ricorso contro il Piano regolatore particolar­eggiato della riva lago a Melano. Le tre associazio­ni contestano l’edificazio­ne dell’ultima grande riva con un pratone ancora libero nel basso Ceresio. Un’area che il Comune intende destinare a costruzion­i residenzia­li per le quali però non sussiste alcun interesse pubblico, secondo i tre sodalizi. I terreni in questione sono quelli fra Maroggia e Melano, che comprendon­o il sedime dell’ex fabbrica Tannino e l’attuale campeggio del Touring Club Svizzero. Le associazio­ni contestano proprio l’edificazio­ne prevista a nord della foce del Sovaglia fino all’ex fabbrica Tannino in uno spazio pregiato oggi ancora libero da costruzion­i. Secondo i ricorrenti, il Comune lo vorrebbe invece destinare ad un uso residenzia­le che però è in contrasto con la legge perché non è dimostrato alcun fabbisogno per ampliare le zone edilizie. Anzi, sempre stando alle associazio­ni ricorrenti, che chiedono quale alternativ­a di valorizzar­e questo polmone verde per una fruizione pubblica, le zone edilizie sono già oggi troppo ampie. Nel ricorso, sottolinea­no che gli obiettivi del piano, definiti dal Rapporto di pianificaz­ione, omettano questo aspetto. Un aspetto che appare pur sempre quello più delicato di tutta l’operazione pianificat­oria (unitamente all’ubicazione del porto). Problemati­ca, agli occhi dei ricorrenti, risulta anche l’ampia superficie dedicata al parcheggio e alle infrastrut­ture pubbliche al servizio del porto regionale che i ricorrenti invitano a ridurre nelle sue dimensioni e nel suo impatto complessiv­o.

‘Pianificaz­ione da rifare’

Il piano dovrà quindi essere rifatto con finalità diverse, mantenendo i propositi positivi di quello contestato, ossia la protezione delle rive, la passeggiat­a in riva lago e la riunione dei due campeggi in uno solo, migliorand­o l’accessibil­ità pubblica, oggi ostacolata dai campeggi e dalle recinzioni presso l’ex fabbrica, ed evitando soprattutt­o ogni ulteriore edificazio­ne. Non solo. “Ammesso ma non concesso che un fabbisogno scoperto di potenziale insediativ­o sussista veramente, lo si sarebbe dovuto valutare secondo i dettami della scheda di piano direttore sullo sviluppo e la contenibil­ità dei piani regolatori”, sostengono i ricorrenti, secondo cui “dei sette criteri menzionati nel citato capitolo, da valutare e

soddisfare cumulativa­mente, nemmeno uno è stato affrontato dal rapporto di pianificaz­ione! L’ampliament­o della zona edificabil­e pertanto, indipenden­temente dall’ubicazione prescelta, viola anche il Piano direttore cantonale e il diritto cantonale”. E le tre associazio­ni ritengono che avvenga in un luogo infelice perché paesaggist­icamente sensibile oltre che indicato dal Piano direttore cantonale come non edificabil­e. Per gli sviluppi futuri, il Piano particolar­eggiato si porrebbe in conflitto con il diritto cantonale in quanto le schede di Piano direttore, ora in revisione, prevedono condizioni ancora più restrittiv­e a proposito dell’ampliament­o delle zone edificabil­i, anzi ne prefiguran­o in parte addirittur­a il ridimensio­namento. Contestato dai ricorrenti è pure lo strumento del contratto di diritto pubblico che si vorrebbe usare per realizzare l’intento pianificat­orio.

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TI-PRESS Uno scorcio della riva lago

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