Sì, Roger, è tutto tuo
All’assalto di Berdych per il posto in finale, in una Londra in cui non esiste che Federer. ‘Quel trofeo potreste darglielo subito’.
«È tutto tuo, Roger» titola il ‘Sun’, scandalistico tabloid londinese. Per una volta, però, anche il più sobrio ‘Telegraph’ è totalmente d’accordo. Tanto da arrivare a scrivere che a Federer il trofeo di Wimbledon potrebbero consegnarglielo anche subito. Ancor prima di sfidare Berdych sul Centrale – a metà pomeriggio, indicativamente dopo le 16 – per quella che, almeno a priori, sembra essere una scontatissima undicesima finale a Church Road. Che sarebbe anche la ventinovesima nello Slam.
Dopo l’uscita di Murray sono tutti pazzi per lui. ‘Favorito o no, io continuo a seguire la mia strada. Come sempre’.
Intanto, fin qui il Roger nazionale ha trascorso la miseria di sette ore e 38 minuti sui campi dell’All England tennis club, per riuscire a metter sotto i primi cinque avversari della serie. E di ciò che pensano gli altri, anche giustamente, Federer se ne frega. Anche perché quel ritornello glielo sventolano in faccia da due settimane. «Se sono io il favorito oppure no, proprio non m’interessa – dice il basilese alla vigilia dell’attesissima semifinale –. L’unica cosa che farò sarà seguire la mia strada. Come al solito». Intanto, però, a Londra il Maestro è sulla bocca di tutti. Soprattutto da quando non c’è più Andy Murray, il baronetto. Prova ne è che dopo il secco 6-4 6-2 7-6 al canadese Raonic, mercoledì, a fine partita sugli spalti sono rimasti in centinaia per festeggiare il trionfo del basilese. «Normalmente certe scene si vedono dopo la finale, quando si saluta il pubblico esibendo il trofeo dal balconcino...» dice il basilese, divertito. Però, volente o nolente, prima di salire quelle scale Federer il suo ottavo titolo londinese lo deve pur sempre vincere. E il primo di due ostacoli sul suo cammino è rappresentato da quel Tomas Berdych scivolato fino al quindicesimo posto dell’Atp. «Rispetto a Raonic, da fondocampo lui è chiaramente più forte» dice l’elvetico, parlando di un avversario che conosce davvero bene per averlo affrontato ventiquattro volte in carriera (diciotto delle
quali finite in successo). E le statistiche degli ultimi tempi sono ancor più impietose per il ceco, visto che il renano si è imposto in tutti e sette gli ultimi scontri diretti, da Dubai 2014 in poi. Federer sa che per evitare qualsiasi sorpresa quest’oggi dovrà soprattutto mostrarsi efficace al servizio, come gli è riuscito mercoledì contro Raonic nei primi due set. E, oltre a ciò, dovrà evitare di voler strafare, per dimostrare a ogni costo la sua superiorità, come gli era capitato nei quarti dell’Us Open del 2012 e di Wimbledon 2010, quando dovette arrendersi all’insistenza del ceco.
Esattamente come con Berdych, Federer vanta un bilancio decisamente positivo tanto nei confronti di Marin Cilic (6 vittorie, 1 sconfitta), tanto di Sam Querrey (3-0), gli altri due semifinalisti. E ora, in barba ai più scettici, per non dir di peggio, il Maestro è a due soli passettini dal conquistare un diciottesimo titolo nello Slam, che solo un anno fa pareva illusorio. E invece in quest’edizione di Wimbledon Federer non ha ancora perso un solo set. Mentre la pressione su di lui non è più la stessa, dopo lo straordinario exploit d’inizio anno sui campi di Melbourne.