Giudici d’Appello, ‘Opportuno riaprire il concorso’
Riaprire o no il concorso per l’elezione dei ventisette magistrati del Tribunale d’appello? A porre il quesito ai colleghi dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio è il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni alla luce delle dimissioni, per la fine dell’anno, dei giudici Raffaello Balerna e Marco Lucchini (vedi ‘laRegione’ di lunedì 10). Dimissioni che i due, entrambi di area Plr, hanno comunicato al parlamento, autorità di nomina dei magistrati, durante la pubblicazione del concorso, uscito sul ‘Foglio ufficiale’ del 2 giugno e chiusosi il 3 di questo mese. «Credo – dice Agustoni, da noi interpellato – che non valga la pena designare, previo concorso, i sostituti di Balerna e Lucchini. Sarebbero comunque operativi, dal prossimo 1° gennaio, per poco tempo. Tre, quattro mesi. Poi il Gran Consiglio procederà al rinnovo generale delle cariche al Tribunale d’appello, con la nomina dei ventisette giudici» per il periodo 1° giugno 2018-31 maggio 2028. «Oltretutto – aggiunge – Balerna ha dato la propria disponibilità a collaborare con il Tribunale, in veste di giudice supplente ordinario, nell’evasione di pratiche». Agustoni ritiene allora «opportuno» riaprire il concorso scaduto agli inizi di luglio. «Avvocati, giuristi o magistrati di altri uffici giudiziari – spiega – potrebbero infatti aver rinunciato a concorrere dando per scontata la ricandidatura di tutti e ventisette i giudici d’Appello uscenti. E quando ciò succede i mandati vengono solitamente riconfermati, salvo indicazioni contrarie. Nella fattispecie però due giudici almeno, Lucchini e Balerna, non si ripresentano e le loro dimissioni sono diventate di dominio pubblico a concorso chiuso». Per il capogruppo del Plr Alex Farinelli, quella di riaprire il concorso «è un’ipotesi da prendere in considerazione, a maggior ragione se il numero di candidature fosse insufficiente: ne discuteremo in Ufficio presidenziale dopo la pausa estiva». Ivo Durisch, capogruppo del Ps: «Attenderei in ogni caso dicembre per decidere l’eventuale riapertura del concorso. A quel punto la situazione sarà più chiara: qualche giudice uscente ricandidatosi potrebbe nel frattempo rinunciare, non si sa mai».