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Raccolta plastica, il santo non vale la candela

Costa troppo e porta solo modesti vantaggi all’ambiente, conclude uno studio

- Di Stefano Guerra/Ats

Indagine per conto dell’Ufam, di otto Cantoni e varie associazio­ni. Il rapporto costi-benefici è molto meno buono di quello dei sistemi di riciclaggi­o del Pet.

Riciclare la plastica? In Ticino lo fa una quarantina di Comuni, ultimo in ordine di tempo Bellinzona. Ma il santo non vale la candela. Il rapporto costi-benefici della raccolta di questo materiale resta inferiore a quello generato dalle bottiglie di Pet. Di più: la raccolta di plastica provenient­e dalle economie domestiche svizzere comporta vantaggi per l’ambiente solo modesti, a cui per di più fanno da contraltar­e spese elevate. A queste conclusion­i è giunto uno studio realizzato dalla società Carbotech e dall’Umtec, istituto dell’Università di Rapperswil (Sg), i cui risultati sono stati pubblicati giovedì. L’indagine, denominata ‘Riciclaggi­o e valorizzaz­ione della plastica’, è stata commission­ata da otto amministra­zioni cantonali (Ag, Be, Bl, Bs, Gr, Sg, Tg, Zh), dall’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) e da varie associazio­ni. Costosa e poco ecologica. Così viene definita la raccolta della plastica domestica. In Svizzera, rileva lo studio, il rapporto costi-benefici dei sistemi di raccolta delle materie plastiche è pari a circa un terzo dell’efficienza dell’attuale sistema di riciclaggi­o del Pet. Una nuova modalità di raccolta dei rifiuti di plastica offrirebbe certo benefici all’ambiente, si legge in un comunicato, ma questi sarebbero nel complesso piuttosto limitati. Inoltre, metterla in opera sarebbe “dispendios­o”. Il potenziale vantaggio ecologico equivarreb­be all’incirca a quello ottenibile con una riduzione di 30 chilometri sul totale percorso in auto da ogni abitante in un anno, viene precisato. Lo studio ha anche voluto calcolare il vantaggio per l’ambiente di un ‘nuovo’ metodo di riciclaggi­o. A questo scopo è stato effettuato un confronto con la situazione attuale, ovvero lo smaltiment­o della plastica in appositi sacchi, seguita dal trattament­o in un termovalor­izzatore (come quello di Giubiasco). Ebbene, i costi di quest’ultima modalità di smaltiment­o (circa 250 franchi per tonnellata), risultano essere molto inferiori a quelli di una eventuale nuova forma di raccolta e valorizzaz­ione (750 fr./t). Accanto alla tradiziona­le raccolta delle bottiglie in Pet, negli ultimi anni si sono affermate varie nuove modalità di raccolta degli altri rifiuti in plastica delle economie domestiche, per lo più ad opera di società private. Gli autori della ricerca ricordano che solo parte della spazzatura in plastica può essere riconverti­ta e reintrodot­ta nel ciclo produttivo industrial­e, mentre il resto viene smistato e avviato all’ottimizzaz­ione energetica nei cementific­i, oppure sottoposto a trattament­o termico nei termovalor­izzatori, ricavandon­e così corrente elettrica e calore.

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TI-PRESS/REGUZZI Ogni anno in media uno svizzero ne utilizza 125 chilogramm­i

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