Sangue sulla Spianata
Tre assalitori araboisraeliani e due agenti israeliani uccisi in uno scontro a fuoco a Gerusalemme
L’incidente più grave da parecchio tempo ha impedito la preghiera del venerdì per la prima volta da decenni. Abu Mazen condanna.
Tel Aviv – Il terrore è tornato sulla Spianata delle moschee. Tre cittadini araboisraeliani hanno fatto fuoco sugli agenti in servizio, uccidendone due, prima di venire uccisi a loro volta. La Spianata è stata immediatamente chiusa e la preghiera del venerdì sospesa. Da tempo non riusciva un attacco di tale gravità nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme. Il gruppo “Fatah-Intifada” ha rivendicato l’attacco. Ma a quanto risulta allo Shin Bet, il servizio di sicurezza israeliano, gli attentatori (tutti membri di uno stesso clan familiare Jabarin di Um el-Fahem) non risultavano affiliati ad alcuna formazione politica. Secondo la ricostruzione della polizia, nonostante la strettissima vigilanza, i tre sono riusciti a trafugare nella Spianata due mitragliette artigianali Carl Gustav e una pistola. Usciti dal santuario, hanno sorpreso alle spalle gli agenti di guardia ad uno degli ingressi, sparando loro a bruciapelo. Due poliziotti, entrambi drusi, sono morti poco dopo il ricovero, un terzo è rimasto ferito. A questo punto gli attentatori sono rientrati di corsa nella Spianata, distante alcune decine di metri: là sono stati però bloccati e uccisi da altre forze di polizia al termine di uno scontro a fuoco. La polizia ha subito sbarrato gli accessi alla Spianata (per cercare altri possibili attentatori) e per la prima volta da decenni ha impedito le preghiere islamiche del venerdì. Provvedimento che ha suscitato l’ira del Mufti di Gerusalemme sceicco Muhammed Hussein, a suo volta fermato e interrogato dalla polizia israeliana. Hamas e la Jihad islamica, da Gaza, hanno subito esaltato l’azione del commando, mentre diversi governi arabi l’hanno condannata. Il presidente palestinese ha condannato sia l’attentato sia il divieto delle preghiere del venerdì. Migliaia di fedeli musulmani, che non erano stati ammessi nella Città Vecchia, hanno recitato le preghiere nelle adiacenti strade di Gerusalemme, in una sfida di massa alla polizia. Il timore dei palestinesi è che Israele decida ora di alterare non solo il regime di accesso alla Spianata, ma il suo stesso status, come esigono gli ambienti nazionalisti ebraici. Benjamin Netanyahu ha assicurato che non avverrà, ma il valore della sua parola è noto. L’attentato sulla Spianata è giunto dopo un periodo di calma relativa. Ad alimentare l’ottimismo dei media era stata la spola diplomatica di Jason Greenblatt, emissario personale di Trump, che ha favorito la firma di due accordi di cooperazione israelo-palestinese per l’erogazione di corrente elettrica e di acqua nella Cisgiordania settentrionale.